Green
Veneto, best practice nella prevenzione del rischio idrogeologico
Vincenzi (ANBI): “Opere diffuse e costante manutenzione”
“Premesso che il rischio zero non esiste, il Veneto è una best practice nella prevenzione idrogeologica del Paese, grazie ad un articolato programma di interventi in essere e progettati, frutto di un positivo rapporto con la Regione e le realtà territoriali”: lo evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), salutando l’avvio dei lavori per la realizzazione di un bacino di laminazione sul torrente Riazzolo, in comune di Fonte, nel trevigiano; proteggerà dagli allagamenti sia la comunità locale che la superstrada Pedemontana Veneta.
“La salvaguardia dalle alluvioni passa non solo attraverso importanti interventi infrastrutturali, ma anche attraverso opere diffuse ed una loro costante manutenzione” aggiunge il Presidente di ANBI.
Il progetto trevigiano prevede anche un secondo bacino sull’affluente Nogarazze ed i cui lavori si prevede possano iniziare entro poche settimane. L’ammontare complessivo per la realizzazione dei due bacini è di 1.750.000 euro. Il Consorzio di bonifica Piave ha inaugurato, nello scorso mese di giugno, anche la sistemazione idraulica del bacino del torrente Codolo, tra i comuni di San Fior e Codognè, costata 2.800.000 euro.
Sempre a Giugno, il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta ha ultimato la messa in sicurezza del torrente Igna, a beneficio di quattro comuni del Vicentino: Villaverla, Sarcedo, Montecchio Precalcino e Caldogno. Il valore complessivo dei lavori è di 1.400.000 euro. Per la Regione del Veneto, lo stesso ente consortile aveva completato nel 2021 il sistema di bacini anti allagamento di Trissino-Arzignano sul torrente Agno, per la sicurezza idraulica della parte occidentale della provincia di Vicenza e della Bassa Padovana. Il sistema si articola in due grandi bacini di laminazione contermini: il principale, in territorio di Trissino, è in grado di trattenere circa 2,5 milioni di metri cubi d’acqua; il secondo, nella vicina località di Tezze di Arzignano, è in grado di trattenerne un altro milione per un totale di 3,5 milioni di metri cubi. I bacini non necessitano di impianti di sollevamento, dato che funzionano “a sfioro”: quando il torrente Agno supera il livello di guardia, l’acqua si sversa per gravità nel bacino.
Anche il Consorzio di bonifica Bacchiglione è fortemente impegnato nella salvaguardia idrogeologica. Tra i molti interventi si segnala il progetto dell’area umida di Dolo, in provincia di Venezia, finanziato al 100% con fondi del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale (P.S.R.N.). L’intervento, completato ed attualmente in fase di collaudo, prevede la realizzazione di due vasche per un’estensione di ha. 3,66 tra i comuni di Dolo e Camponogara, con una capacità d’invaso di circa 40.000 metri cubi d’acqua con funzione anche di fitodepurazione. Il costo è di € 3.786.999,95. E’ inoltre già stato progettato l’ampliamento dell’area umida con la realizzazione di altri due bacini su un’estensione di circa 10 ettari con una capacità d’invaso pari ad ulteriori 100.000 metri cubi d’acqua. Il progetto non ha ancora ottenuto i necessari finanziamenti ed il costo previsto è di 3.800.000 euro.
Per quanto riguarda il nodo idraulico della rinomata località padovana di Montegrotto Terme, l’intervento per la mitigazione del rischio idraulico è costato € 2.500.000,00, mentre è invece al 50% l’intervento di escavo dell’alveo e di ristrutturazione delle arginature dello scolo Fiumicello a Piove di Sacco; l’opera è stata finanziata con € 3.500.000,00.
Con un finanziamento di 1 milione di euro si è provveduto all’inedita ispezione ed alla valutazione dello stato di salute delle botti a sifone Conche di Codevigo e Corte di Piove di Sacco, intervenendo dove necessario per mettere in sicurezza il manufatto idraulico a servizio di un’area di circa 16.500 ettari. Infine, è da segnalare il progetto per il nuovo collettore Carpanedo-Sabbioni, che prevede lo scavo ex novo di uno scolo di 5 chilometri a servizio di un’area di circa 3000 ettari tra i comuni di Maserà di Padova ed Albignasego. I lavori del primo stralcio, finanziato dalla Regione Veneto con 1.700.000 euro, partiranno a Gennaio.
E’ invece ancora in attesa di finanziamento la realizzazione di invasi multi-obbiettivo nel bacino Colli Euganei; il progetto prevede di realizzare quattro bacini di laminazione con una complessiva capacità di invaso, pari a 800.000 metri cubi. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica ha ottenuto il parere favorevole degli undici Comuni interessati, integrando la funzione di riduzione delle piene e di accumulo d’acqua ad obbiettivi ecologico–naturalistici e turistico– ricreativi. Il costo previsto è di 30 milioni di euro.
“Il contrasto ai cambiamenti climatici – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - non può prescindere dall’incremento di resilienza del territorio. L’articolato programma di interventi diffusi fa del Veneto, un virtuoso esempio di collaborazione pubblico-privati nel nome dell’autogoverno e della sussidiarietà.”