Guerra dell'Ue alle fake news su Internet: il nemico dell’Europa è la Russia
La Commissione Europea lotta contro le fake news sul web e vuole maggior controllo dai giganti del web come Google, Twitter, You Tube e Facebook
E dopo tanti scandali, ritardi e permissivismo la Commissione Europea sembra aver messo un freno alle fake news divulgate attraverso le piattaforme di internet.
Dal prossimo gennaio i giganti del web, come Google, Twitter, You Tube e Facebook saranno obbligati ad informare ogni mese Bruxelles su quali sono stati i risultati che ognuno di loro ha ottenuto nella lotta contro le fake news e contro tutti quei messaggi ‘sparati’ in rete in modo automatico e senza alcun intervento umano.
Fake news sul web: un nemico da battere. La Russia super preparata a questa guerra di notizie false
Questo nuovo obbligo è nato a seguito dell’impegno per raddoppiare gli sforzi contro le false notizie, che tutti i giganti del web si erano dichiarati a perseguire.
Dietro questa stretta pero’ c’è l’evidente timore di essere impreparati ad un nuovo tipo di guerra.
Obiettivo prioritario della Commissione attraverso questo stringente piano di controllo è di assicurare il corretto svolgimento delle oltre 50 elezioni previste nei Paesi europei nei prossimi due anni.
In particolare la Commissione Europea teme che la campagna di disinformazione sopra l’Europa si intensificherà in maniera esponenziale con l’avvicinarsi delle elezioni europea previste per maggio 2019.
L’obiettivo palese in questo caso è di disinformare las pubblica opinione e cercare di scardinare alla base il progetto europeo.
Lotta Ue alle Fake news: dipartimento europeo per combattere la guerra sul web
Nel rapporto si evidenzia come le fake news siano considerate delle vere e proprie armi per un nuovo tipo di guerra che molti Paesi intendono portare avanti.
Tra questi il rapporto accusa apertamente la Russia. ‘ Esistono molte prove-conferma l’indagine-che indicano la Russia come una delle principali fonti di disinformazione in Europa. Una tattica, quella della disinformazione, facente parte della dottrina militare sovietica. Un Paese che avrebbe l’intento di dividere ed indebolire l’Occidente’.
Su questi temi in particolare già nel 2104, nel pieno del conflitto tra Unione Sovietica e Ucraina, la Commisione Europea creò un apposito dipartimento di una decina di persone in grado di contrastare sul web la campagna di disinformazione sovietica. Una campagna attiva con oltre 4500 fakes, un vero e proprio diluvio di falsità.
Vista l’importanza di avere, in questa fase così delicata per tanti appuntamenti elettivi, un apposito dipartimento con esperti di comunicazione, analisti di dati e madrelingua in varie lingue la Commissione ha quasi triplicato il budget ad esso dedicato passando dai 1800 milioni a ben 5000.
Per la Commissione Europea il nemico da battere in questa guerra senza spargimento di sangue ma dagli effetti disastrosi è la disinformazione portata avanti dalla Federazione russa. Un ‘modus operandi’ considerato ’ sistematico, ben attrezzato e soprattutto concentrato su questi temi in maniera molto più rilevante di tutti gli altri paesi europei’.
Ma i pericoli, al momento, non vengono solo dalla Russia. Oltre 30 Stati, secondo il Rapporto, si stanno attrezzando per questa guerra digitale , e tra questi il Sudan, il Messico e la Turchia.
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