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Emiliano Reali, Il seme della speranza: prefazione di Alessandro Cecchi Paone

di Alessandra Peluso

Esce con una nuova veste impreziosita dalla prefazione di Alessandro Cecchi Paone il romanzo di Emiliano Reali "Il seme della speranza" per Scatole Parlanti

Il desiderio di migliorare il mondo appare a prima vista vivo e animato dai personaggi del libro fantasy nati dal talento creativo di Emiliano Reali. Un romanzo avvincente. Una storia che appassionerà i ragazzi tenendoli col fiato sospeso fino alla conclusione della narrazione.

Il seme della speranza accoglie in sé in modo esplicito il “principio speranza”: la bellezza di un seme che germoglia generando come per magia un meraviglioso scenario. Forse è questa l’ambizione dell’Autore che ogni abitante del nostro “villaggio globale” diventi un fiore da curare. Ma ahimè non è così nemmeno nel mondo fantastico de Il seme della speranza e ne sono consapevoli Eres, Acerbo, Spyria: “L’armonia non è immutabile. L’incapacità di apprezzare quello che si ha, se non quando lo si sta perdendo, e la predisposizione ad agire mossi da sentimenti negativi mettono in serio pericolo qualsiasi condizione di pace”. Tra folletti del bosco, spiriti divini, re e regine si intesse il racconto che a dir il vero trasporta inaspettatamente nel mito: episodi fantastici sembrano richiamare le peripezie di Ulisse.

Emiliano Reali è molto sensibile ai temi riguardanti i diritti dell’uomo e la salvaguardia dell’ambiente. È opportuno sottolinearlo. Lo dimostrano i precedenti racconti pubblicati, come ad esempio “Se Bambi fosse trans?”. Nel genere a lui consono il “fantasy” narra, avvincendo un vasto pubblico, in particolare costituito da adolescenti, l’intreccio di personaggi e luoghi tipici di una saga alla “Harry Potter”. È indubbio che Reali li coinvolgerà nella trama ordita con gentilezza e cura.

Tra la fantasia e la realtà, il bene e il male guerreggiano facendo emergere non semplicemente la vittoria dell’uno o dell’altro, quanto la “speranza” che è insita in ogni singolo individuo se solo riuscisse ad alimentarla con la forza dell’amore e del desiderio di cambiamento. Prevale inoltre il sentimento dell’amicizia. E così, tra pozioni magiche e luoghi fantastici come la “foresta di Ziaburg”: “colma di alberi dalle chiome enormi, fiori dai mille colori, una pace e una calma quasi irreali”, Emiliano Reali affronta persino il tema della guerra e l’onerosa questione dell’inquinamento: “Una terribile guerra avvelenava l’universo e Spirya, con difficoltà, aveva nascosto il suo pianeta al popolo dei distruttori, guidato dal feroce Obscuro”. Non solo. Nella  storia affiora il sentimento distruttore dell’odio e del suo opposto l’amore che vince sempre e su tutto: “omnia vincit amor” (Virgilio): supera ogni ostacolo e sconfigge le malvagità.

In definitiva, Emiliano Reali attraverso il romanzo fantasy traccia l’umano: i suoi conflitti, le contraddizioni, i sentimenti, le paure ma anche la speranza. Ernst Bloch lo insegna come essa sia indispensabile alla vita, affinché l’uomo non accetti passivamente la realtà e reagisca con coscienza e responsabilità, tentando di superare le numerose avversità dell’esistenza. Con “Il seme della speranza” Emiliano Reali - coadiuvato dalla prefazione di Alessandro Cecchi Paone e dalla lussureggiante e policromatica copertina di Maddalena Maggiore, - in compagnia di elfi, spiriti, divinità, oltre a procurare piacere allo spirito, infonderà nel lettore un senso di protezione alimentando la speranza necessaria a ogni uomo per creare un mondo migliore. Il cambiamento è possibile: basta volerlo, cominciando anzitutto a cambiare se stessi.    

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