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Il ruolo del tech transfer per collegare Ricerca e Impresa

Ne parliamo con Emilia Garito, CEO di Quantum Leap e Chairman di Deep Ocean Capital Sgr.

La possibilità di innovare del nostro Paese e la sua crescita economica sono direttamente proporzionali alla capacità delle nostre aziende di ridurre i tempi del Trasferimento Tecnologico.

L’innovazione è una componente essenziale della competitività, ma per poter innovare continuamente occorre sviluppare la capacità di intercettare il cambiamento tecnologico, utilizzarlo all’interno della propria azienda e quindi di sfruttare al meglio idee provenienti dall’interno e dall’esterno dell’organizzazione, soprattutto dalla Ricerca scientifica.

All’interno della ricerca scientifica italiana un ingranaggio - probabilmente uno dei più importanti - sembra però non funzionare. Partiamo dai dati: nonostante l’Italia investa in R&S meno della media Europea (1,4% del Pil contro il 2,1 dell’Ue e il 2,5% dell’Ocse), è in realtà ben posizionata all’interno del 10% dei Paesi le cui pubblicazioni scientifiche sono tra le più citate al mondo. Accanto all’eccellenza della letteratura e dell’elaborazione degli Studi non troviamo, però, la capacità di inserirci nel mondo competitivo delle aziende, ovvero di trasferire il risultato della ricerca scientifica al mondo imprenditoriale.

Ne parliamo con Emilia Garito, CEO di Quantum Leap e Chairman di Deep Ocean Capital Sgr.

Dove si innesca il cortocircuito?

Il corto circuito si crea all’interno dell’incomunicabilità tra centri di ricerca, imprese, istituzioni politiche e finanziarie che spesso operano separatamente e per differenti obiettivi all’interno della filiera dell’innovazione. Con l’inevitabile conseguenza che le migliori innovazioni italiane faticano a scalare i mercati e, in alcuni casi, neanche vi approdano.

La ricerca scientifica talvolta prende direzioni che non arriveranno mai sul mercato perché perfino la ricerca applicata non è sempre pensata per essere venduta. Non si guarda alla concorrenza, alla strategia di valorizzazione, ai competitor e da qui il ruolo centrale del trasferimento tecnologico come acceleratore dell’innovazione e via imprescinbile per la crescita dell’intero sistema Paese.

Negli ultimi cinque anni, le domande di brevetto europeo provenienti dall'Italia sono cresciute complessivamente del 10%; stando agli ultimi dati dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo), infatti, nel 2022 le aziende e gli inventori italiani hanno depositato un totale di 4.864 domande, il Bel Paese si colloca così tra i primi cinque paesi dell’UE per numero di invenzioni con un grande divario, però, rispetto a Germania (24.684) e Francia (10.900) e subito dopo a Paesi Bassi (6.806) e Svezia (5.036).

La ricerca - grazie alla qualità dei suoi risultati scientifici - rappresenta uno degli strumenti più importanti di creazione di valore economico, poiché abilita la progettazione dei nuovi prodotti e servizi tecnologicamente avanzati, e decisamente Made in Italy.

Il tallone d’Achille, dunque, del sistema della ricerca italiana - e quindi del livello di innovazione del Paese - è la sua scarsa capacità di trasferimento tecnologico e di relazione con le imprese.

Di cosa si occupa Quantum Leap? Quali sono i vostri clienti target?

Tra ricerca e impresa, poiché parlano un linguaggio diverso, c’è Quantum Leap.

Quantum Leap (Gruppo Be Shaping the Future), fa parte di Engineeering SPA, ed è una boutique di consulenza di riferimento in Italia nel settore del Technology Transfer e Open Innovation. I nostri tre ambiti di attività sono: Identificare l'Innovazione, Valorizzare l’Innovazione e Comunicare l’Innovazione.

La nostra missione è creare le condizioni più idonee per sviluppare sinergie efficaci tra aziende, enti di ricerca, venture capital e istituzioni, finalizzate a trasformare la ricerca in innovazione competitiva sui mercati internazionali, in totale approccio di Open Innovation e in linea con le emergenti esigenze di sostenibilità dei progetti di sviluppo e produzione industriale.

Abbiamo iniziato il nostro percorso oltre 10 anni fa, supportando i centri di ricerca a validare  le soluzioni scientifiche e a valorizzarne la proprietà intellettuale attraverso attività di brokeraggio. Abbiamo, quindi, compreso quale fosse lo stato dell’arte tecnologico delle nostre Accademie e della ricerca industriale e quanto ancora ci fosse da fare, soprattutto  nel campo del trasferimento tecnologico che non può essere improvvisato, o implementato una tantum, ma è un processo che va accompagnato e strutturato all’interno di una collaborazione tra ricerca e impresa.

Stimiamo il reale valore di una tecnologia sul mercato e realizziamo un percorso di co-sviluppo per trasformarla in un prodotto competitivo sul mercato globale. Attraverso le nostre competenze in Trasferimento Tecnologico acceleriamo il processo di crescita delle aziende clienti, creando le basi per l’ingresso sui nuovi mercati seguendo i processi di trasformazione dei risultati della ricerca industriale in prodotto e anche accelerando l’acquisizione di Know How e Brevetti relativi alle più interessanti frontiere tecnologiche. Operiamo, quindi, da un lato nel far emergere il valore embedded negli asset tecnologici dei nostri clienti e dall’altro nell'identificazione, per conto delle aziende, di soluzioni innovative di terze parti da integrare all’interno dei processi produttivi aziendali.

Operiamo in modo verticale anche su quella che ci piace chiamare IP Strategy, cioè lo strumento di supporto al business basato sulla corretta creazione, gestione e valorizzazione della proprietà Intellettuale. Lo facciamo attraverso processi e metodi proprietari validati all'interno di primarie aziende italiane per le quali avere una corretta IP Strategy è uno strumento di intelligence significativo allo scopo di facilitare l’entrata in nuovi mercati,  e al contempo di ottimizzare i costi di creazione e gestione dell’IP.

In generale, le nostre attività mirano a supportare le grandi e medie aziende, ma in taluni casi anche quelle più piccole e tecnologicamente avanzate, nella loro crescita competitiva, in totale coerenza con quanto richiesto dall’Europa e confermato con l’erogazione dei finanziamenti PNRR rispetto alla misura 4, “Dalla Ricerca all’Impresa”.

L’Europa, di fatto, valuta la corretta gestione della Proprietà Intellettuale e il Trasferimento Tecnologico come due strumenti strategici attraverso i quali raggiungere, in tempi rapidi, la Sovranità Tecnologica Europea nelle aree di maggiore interesse strategico per i Paesi membri.  Anche l’Italia dovrà fare la sua parte in questo ambizioso obiettivo.

Quali sono i vostri obiettivi di crescita per il 2024?

Quantum Leap ha l’ambizione di diventare il più importante centro di eccellenza in Italia e in Europa nel Technology Transfer e nell’Open Innovation. Sul fronte della crescita, il nostro obiettivo è quello di raddoppiare i ricavi e realizzare un EBITDA superiore al 20%.

L’appartenenza al Gruppo BE Shaping the Future Spa, parte del più ampio contesto di Engineering Spa, ci consentirà di accedere a un più ampio network di imprese e partner con una finalità di crescita esponenziale del proprio impatto.