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"Per l'Iran prioritaria è la bomba atomica. Israele non vuole intensificare lo scontro"

Di Alberto Maggi

Intervista a Elia Morelli, analista geopolitico

"Limitarsi a bombardare basi militari iraniane e siti di produzione missilistici segnala la volontà dello Stato ebraico di assecondare i consigli provenienti da Washington"


“Israele colpisce l’Iran in reazione al lancio di ordigni balistici persiani di inizio ottobre, rappresaglia a sua volta dovuta alle uccisioni degli alleati di Teheran: Ismail Haniyeh, leader di Hamas, e Hassan Nasrallah, segretario di Hezbollah". Elia Morelli, storico (Università di Pisa), analista geopolitico (Domino) e saggista, analizza intervistato da Affaritaliani.it le conseguenze dell'attacco di Israele contro l'Iran,

"Gli attacchi chirurgici compiuti da Tsahal sono finalizzati a rimarcare la deterrenza israeliana in Medio Oriente e la sua capacità di danneggiare in profondità la Repubblica Islamica, provando la fragilità del sistema securitario del regime degli ayatollah. Tuttavia, limitarsi a bombardare basi militari iraniane e siti di produzione missilistici, evitando di bersagliare pesantemente impianti nucleari e giacimenti petroliferi, segnala la volontà dello Stato ebraico di assecondare i consigli provenienti da Washington. Inoltre, l’aver deciso di avvertire preventivamente Teheran delle proprie mosse, induce a pensare che Tel Aviv non voglia intensificare ulteriormente lo scontro diretto con il rivale persiano, con il quale sta già combattendo una guerra regionale palesata dal fuoco incrociato di questi mesi tra i due massimi antagonisti dell’arroventato agone levantino".

"La competizione strategica tra Israele e Iran, percepita come esistenziale da entrambi, è destinata a persistere. Con lo Stato ebraico impegnato su più fronti a infliggere ferite mortali ai satelliti del nemico, la Repubblica Islamica ritiene prioritario munirsi della bomba atomica, considerata un’assicurazione sulla vita di Teheran”, conclude Morelli.



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