Libri & Editori
5 libri da leggere nell'autunno 2023
Grandi nomi italiani e stranieri per una selezione di thriller, romanzi storici, retelling e narrativa contemporanea
5) La papessa di Milano. Le cronache dei Visconti di Livio Gambarini (Piemme)
Chiudiamo il nostro speciale dell’autunno con un tradizionale romanzo storico, abbandonando la sperimentazione per proporre anche qualcosa di più classico e lineare, adatto a chi ama conoscere il passato della nostra Italia. Ci troviamo nel 1277 a Milano, epoca in cui il governo della città è affidato a un ancora giovane Matteo Visconti. La famiglia è già celebre, ma nessuno potrebbe immaginare per quanti anni ancora continuerà a segnare le sorti di Milano, fino addirittura a legare il suo nome alla cinematografia. Tuttavia, il dominio è debole, dal momento che si arriva da quindici anni di guerra civile e i nemici pronti a sferrare il proprio attacco per capovolgere il governo e prendere il potere sono molti, a cominciare da Guido della Torre, altra importante famiglia aristocratica temporaneamente in esilio. A consigliare e sostenere il volenteroso ma un po’ inesperto Matteo Visconti c’è sua cugina Maifreda da Pirovano, che in realtà fu anche il suo primo amore: votata a una vita di carità e di spiritualità, la donna è un personaggio storico realmente esistito che – sempre nell’ottica femminista tipica del nostro tempo – sta venendo da più parti riscoperta e raccontata. La sua grandezza e particolarità fu infatti quella, stando ai fatti storici, di essere stata nominata Papessa da Guglielma da Milano, a sua volta una sorta di eroina postasi a capo del movimento dei figli dello Spirito Santo.
Sebbene vi sia il giusto materiale per fare di questa storia un grande romanzo, come appunto è La papessa di Milano. Le cronache dei Visconti scritto da Livio Gambarini ed edito da Piemme, non bisogna incappare nell’errore di prendere ogni frase o evento raccontato alla lettera. L’autore, amato divulgatore di storia medievale con un enorme bagaglio culturale, si dedica da anni all’arte della narrazione, tanto orale quanto scritta, che peraltro insegna in prestigiose università. Egli sa quindi bene come a volte, raccontando fatti accaduti molto indietro nel tempo e avendo a disposizione fonti limitate, sia altresì necessario inventare, immaginare, proporre scenari che potrebbero essersi verificati oppure no: verosimili, dunque, ma non necessariamente veri. Ad esempio, non sappiamo con totale certezza se Maifreda fosse la cugina di Visconti o che legame intercorresse tra loro, ma possiamo desumere che i due fossero in qualche modo intimi e si fidassero l’uno dell’altra. Allo stesso modo, non è ben chiaro quanta importanza raggiunse la da Pirovano nella Chiesa dell’epoca e quanto ampio fosse in realtà il gruppo di persone che riponeva in lei speranza per il futuro, ma possiamo affermare senza ombra di dubbio che ricoprì un ruolo fondamentale a quel tempo ed entrò a diritto nella storia.
In questo affascinante contesto storico, è cruciale per il nostro romanzo il processo inquisitorio mosso non soltanto contro la donna, ma anche contro tutti i figli dello Spirito Santo, passato alle cronache come uno dei più drammatici processi del Medioevo. È qui che l’autore può dare sfogo alla sua vena creativa e narrativa, raccontando intrighi, scolpi di scena, ambizioni, doveri, scelte difficili, ingiustizie e ciò che presumibilmente ruotò attorno a questo stravolgente fatto di cronaca, che toccò l’opinione pubblica al punto da essere ancora oggi ricordato. Di certo non vennero risparmiate le torture – pratica al tempo ritenuta normale –, in seguito alle quali molte versioni della storia cambiarono, comprese le confessioni della Papessa. Probabilmente la verità resterà per sempre un mistero, ma di fatto questa atroce e turbolenta avventura si concluse con la decisione di papa Giovanni XXII di condannare a morte Maifreda, bruciata vita sul rogo. Il racconto che Gambarini fa di questa terribile vicenda prende più volte le parti della protagonista, ci porta a empatizzare con lei, non risparmiandosi di mettere in luce come le donne venissero sminuite e mai considerate al pari degli uomini; tuttavia, è già in quell’epoca che qualche movimento isolato iniziò a parlare di uguaglianza e pose le basi per gran parte della storia successiva.
Chiudiamo questa breve recensione dando ai lettori un’informazione in più sugli scritti di Gambarini: il suo precedente romanzo, che dà inizio a Le Cronache dei Visconti, è uscito nel 2021 sempre per Piemme con il titolo di Ottone, il primo dei Visconti e fu scritto a quattro mani con Alex Calvi. Dopo il successo ottenuto, lo storico è tornato a parlare della grande famiglia italiana attraverso le vicissitudini di Matteo Visconti e Maifreda da Pirovano. Sebbene i due volumi siano del tutto indipendenti e autoconclusivi, se qualcuno dovesse appassionarsi alla storia e ne volesse sapere di più può ovviamente approfondire grazie al primo titolo della serie. La speranza è quella che i racconti di Gambarini continueranno, incentrandosi su altri personaggi strategici dell’epoca legati ai Visconti e al nord Italia, su cui il professore è specializzato.
Lo consigliamo perché: è un ottimo romanzo storico, ricco di suspense e dal ritmo vicino al thriller, che vede protagonista una donna ormai quasi dimenticata, ma con un ruolo fondamentale nel passato italiano. Sarà un piacere e in parte anche un gesto dovuto riscoprirla, senza lasciarla cadere nell’oblio.