Libri & Editori

Il riscatto dei “bouquinistes", sopravvissuti della vecchia Parigi

La fine del lockdown rilancia i venditori di volumi antichi. Si ritorna alla tradizione del ’700

Parigi, sul lungosenna tornano gli originali "bouquinistes" 

Sul lungosenna molti dei banchetti di souvenir e oggettistica per turisti dopo la fine del lockdown non hanno riaperto. A tornare sono invece gli originali “bouquinistes". Tai-Luc Nguyen Tan, 62 anni, riporta La Stampa, ha riaperto i suoi quattro contenitori di libri d’occasione, le boites (scatole) come si chiamano in gergo, color verde bottiglia. Uno sgabello sempre disponibile per il cliente, e si parla d’Asia, la passione di Tai-Luc, tra i suoni dei clacson e i passanti frettolosi. Victoire, la moglie, dice che "per vendere un libro bisogna saperlo difendere e, quindi, bisogna averlo letto, amato". Lei per Marguerite Yourcenar sarebbe disposta a tutto. Con Tai-Luc si sono conosciuti da studenti, alla biblioteca della facoltà di Lingue orientali, dove lui ancora oggi tiene corsi di Linguistica comparata (è uno specialista di lingua tai, parla cinese e ha studiato anche il vietnamita e il lao, Victoire è stata traduttrice dal cinese al francese). "Ci siamo innamorati fra i libri – dice lei – e ora ci ritroviamo a venderli" riporta il giornale. Sono appena tre anni che hanno il loro stand di fronte al 2 di quai de Gesvres. Sulle tante scatole che lì vicino restano chiuse, riferendosi ai bouquinistes assenti dice: "Sono quelli che hanno privilegiato le Tour Eiffel placcate d’oro e i souvenir – osserva Tai-Luc -. Ma i turisti stranieri ora non ci sono. E loro cosa possono vendere?".

I "bouquinistes"

I bouquinistes esistono dal Cinquecento. All’inizio erano venditori ambulanti di libri nelle strade della città. Poi si insediarono qui sui lungosenna (distribuiti oggi su tre km, rappresentano la più grande libreria a cielo aperto del mondo). Ebbero un grande sviluppo negli anni della Rivoluzione francese, quando i saccheggi nei castelli della nobiltà o nelle librerie del clero generarono una grossa quantità di testi da commercializzare. Gli ultimi tempi sono stati durissimi: prima le manifestazioni dei gilet gialli e poi gli scioperi dei trasporti pubblici. E in seguito il coronavirus. Due studenti universitari hanno proposto una colletta su change.org per sostenerli. La situazione attuale, però, sta rivalutando i bouquinistes veri, quelli che vendono solo libri, i "bravi mercanti di spirito", diceva lo scrittore Anatole France.

“Via la paccottiglia, tornano i libri" sul lungosenna, con i neobouquinistes

Tai-Luc e la moglie Victoire, così come tanti altri di loro, sono chiamati "neobouquinistes". A fornire la concessione (gratuita) è il comune di Parigi, che da alcuni anni ha deciso di bloccare la deriva dei venditori di paccottiglia. A essere scelti sono sempre più personaggi come Tai-Luc. La madre, dattilografa di origini bretoni, conobbe il padre, arrivato dall’Indocina francese, nel quartiere Latino, dove lui, bello e impossibile, gestiva una palestra. E poi Tai-Luc è il cantante di un gruppo di punk rock mitico in Francia, tra gli anni 70 e 80, La Souris déglinguée. Ancora sulla rive droite, di fronte all’84 del quai de l’Hotel de Ville, c'è Serge Hoffman, 58 anni, bouquiniste dal novembre scorso. Ha fatto per anni il grafico in un grande gruppo pubblicitario. "Poi mi sono ritrovato disoccupato. Venivo qui a comprare vecchi libri e a discutere. Mi sono detto: e se cambiassi vita?". Il Comune ha accettato la candidatura. Lo stand riflette il suo mondo, "quello del pop: suono in un gruppo, French Boutik. Poi propongo altre mie passioni, come le riviste per uomini degli anni 50 e 60 e testi filosofici anarchici. E tanto pulp, gialli americani in inglese". Anche nello stile, Serge sembra uscito da Pulp Fiction di Tarantino. Passando sulla rive gauche, al 27 di quai de Tournelle, Luc Brunet, 59 anni, è un ex giornalista "alla fine consunto da quella professione che adoravo". Lui è già una decina d’anni che si è riconvertito "e sono alla vecchia maniera, non propongo una storia particolare, ma libri di ogni tipo, tanti romanzi, comprati solo da privati, come fanno i veri bouquinistes". François Busnel, che conduce il programma tv più seguito sulla letteratura (La Grande Librairie), viene da lui alla ricerca di testi particolari seduto sul solito sgabello.