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Libri & Editori
Dozzina Premio Strega: le interviste agli autori e alla Presidente
Premio Strega 2023: alcuni dei libri in gara

12)  Una minima infelicità di Carmen Verde (Neri Pozza)

Reduce dal successo del 2021, quando Neri Pozza ha conquistato l’ambito Premio Strega con Due vite di Emanuele Trevi, anche quest’anno Neri Pozza è pienamente soddisfatta grazie alla presenza di Una minima infelicità nella dozzina dello Strega. Stavolta l’autrice che la rappresenta è Carmen Verde, qui al suo fortunato esordio letterario. Non è certo da tutti pubblicare un primo libro e conquistare già un risultato di questo calibro, che lei commenta così. “Mi sento onorata: il Premio Strega, così importante nella storia della letteratura italiana, acquista ora per me anche un valore privato, personale. E sorpresa perché, con un inatteso bellissimo cortocircuito, tocca a Una minima infelicità portarmi la felicità più grande. Affronto il viaggio sapendo che ad aver meritato la candidatura è un libro a cui ho lavorato molto, con pazienza e dedizione”.

Una minima infelicità
 

In questo caso il rapporto genitori-figli prende forma attraverso la relazione complicata tra Annetta e sua madre Sofia Vivier: una donna bella, inquieta, elegante, per nulla in sintonia con quella figlia sgraziata e taciturna che quasi stenta a riconoscere come propria. Se ne vergogna persino, a volte, tanto che quando in casa entra la dispotica Clara Bigi – guardiana della vita domestica e delle giornate di Annetta – nessuno in famiglia sembra più preoccuparsi di lei. Per la protagonista, invece, è l’acuirsi di un incubo, la caduta sempre più estrema verso l’infelicità e la rinuncia, specie dopo la morte del padre. Scrive di questo libro Dacia Maraini: “Ho letto il romanzo di Carmen Verde. Mi è piaciuto. Ha un ritmo veloce e leggero, come un treno che attraversa la notte con tutte le luci accese. Guardi stupito e ti chiedi chi siano quelle sagome che appaiono dietro i vetri. L’autrice conosce la geometria dei segreti e sa come giocare con il lettore”. E ancora, spende parole di lode anche la scrittrice Veronica Raimo: “Carmen Verde ha una voce sorprendente e un immaginario così personale da risultare splendidamente spiazzante. Una minima infelicità è un libro pieno di ossessione e dolcezza, di crudeltà e pietas. Ha dentro la meravigliosa complessità di certe miniature, dove la cura per i dettagli rivela un mondo insieme familiare e straniato. I suoi personaggi si muovono sul bilico morale dei grandi classici e custodiscono l’oscura sensualità e abiezione che sanno regalarci scrittrici come Némirovsky o Lispector”.

All’autrice noi abbiamo invece chiesto una domanda più generalista, che riassume bene tutto quanto è stato detto nel corso di questo speciale ed è quindi perfetta come chiusura. Il tema del rapporto complicato tra genitori e figli è tra le tematiche principali di questo Strega 2023: come mai, a suo parere, risulta così attuale e urgente da raccontare? “L’onda lunga della pandemia si è abbattuta su quest’edizione del Premio Strega, ha detto Melania G. Mazzucco. Sento la sua riflessione molto vera. È in rapporto al tempo in cui sono stati scritti che romanzi pur molto diversi tra loro possono incontrarsi e riconoscersi. Di quali vuoti è fatta la nostra vita di questi ultimi anni, chi piangiamo? Siamo anche i figli di quei genitori i cui corpi hanno subìto l’ingiuria di una malattia sconosciuta, corpi che non abbiamo più potuto toccare, nemmeno per prepararli alla morte. È fatale che ritornino e che ci guardino dalle nostre pagine mute... Nel mio romanzo evito ogni riferimento personale eppure, nascondendolo in una storia d’invenzione, è il mio dolore di figlia che espongo. Annetta, l’eterna bambina protagonista di Una minima infelicità che volge lo sguardo a sua madre assente come a una stella fissa, divento io stessa col mio tributo d’amore per mia madre, inghiottita da un ospedale durante il Covid e che non ho mai più rivisto. Perduta, ma viva nella mia mente. Il mio libro è anche dedicato a lei”.

Quinta pagina
 

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