Libri & Editori
Editoria: "Gli eventi online non bastano, serve aiuto mirato ai più piccoli”
Presentazioni, fiere e stand virtuali non valgono come l’attività in presenza per le piccole case editrici: ne parliamo con Patrizia Frassanito di Storie Cucite
L’editoria in questo 2020 è stata stravolta dall’emergenza sanitaria, che con i suoi divieti, restrizioni e nuove regole ha rimesso in discussione dinamiche che si credevano consolidate, come i tempi di pubblicazione dei libri, le modalità di redazione, di presentazione al pubblico o quelle di promozione.
A risentirne è stato tutto il settore, ma è innegabile che alcune categorie hanno sofferto, e stanno ancora soffrendo, più di altre. Tra queste ci sono le case editrici “minori”, quelle piccole, indipendenti, che, oltre all’emergenza Covid, devono fare i conti con un problema ben più radicato e altrettanto rilevante: lo squilibrio di risorse disponibili tra grandi marchi e piccoli editori.
Dire che “siamo tutti sulla stessa barca” può essere un messaggio solidale, ma non sempre veritiero: in tv e sui giornali vediamo promossi e pubblicizzati più che altro i soliti nomi e i soliti marchi, ovvero i grandi nomi e i grandi marchi. Chi aveva soldi da investire prima della pandemia, contatti e amicizie da sfruttare, non ha perso visibilità, mentre chi ha risorse più limitate, pur portando avanti progetti meritevoli, e vive del contatto diretto coi propri lettori, dell’appoggio di reti locali, ha subìto gravi perdite.
Gli eventi online sono stati il più delle volte, quest’anno, l’unico canale di comunicazione tra editori, autori e lettori, ma presentazioni, fiere e stand virtuali non possono sostituire gli eventi in presenza, che il più delle volte garantiscono vendite a cui l’online non si avvicina minimamente.
Affaritaliani.it aveva già affrontato l’argomento nelle scorse settimane (l’articolo è disponibile qui) e ora torna a parlarne con Patrizia Frassanito che, dopo un’esperienza pluriennale nel campo della comunicazione, ha fondato nel 2016 la casa editrice Storie Cucite, insieme alla giornalista e autrice Luisa Carretti: due amiche e mamme unite dalla passione per la letteratura per l’infanzia.
Le copertine di alcuni libri di Storie Cucite
Patrizia, innanzitutto raccontaci chi è e di cosa si occupa Storie Cucite.
La casa editrice nasce per offrire un servizio personalizzato, libri su misura per bambini e adulti, storie uniche, originali e preziose che vogliono valorizzare i ricordi, il vissuto della persona protagonista attraverso testo e immagine: illustrazioni nel caso del libro per bambini, un’opera d’arte nel caso del libro per adulti. Accanto a questo servizio si è sviluppata poi l’attività editoriale, focalizzata su tre collane.
I Logogrifi, collana di albi illustrati dedicati ai giochi di parole: amiamo definirli “laboratorio” poiché prevedono una sezione riservata all’approfondimento e alla produzione creativa.
Dritto&Rovescio, collana di narrativa realizzata in collaborazione con specialisti che lavorano a quattro mani con gli autori su racconti che affrontano temi attuali legati al percorso di crescita del bambino. Ogni volume è arricchito da spunti e suggerimenti per l’adulto e per il bambino su come affrontare un tema o una situazione specifica.
ZIGZAG, collana accessibile di albi illustrati pubblicati in doppia edizione: alfabetica e InBook. Gli InBook sono libri il cui testo è scritto in simboli di CAA e seguono il modello definito dal Centro studi InBook di Milano. Si tratta di albi che facilitano la comprensione del testo e che permettono alle persone con difficoltà di accedere alla lettura: sono libri per tutti.
Infine, abbiamo anche albi illustrati fuori collana che scegliamo per la loro poeticità ed eleganza.
La copertina dell'InBook "Bosco dove sei?"
Tornando al problema della disparità di opportunità a disposizione di grandi e piccoli editori, qual è il vostro punto di vista? Quali sono le difficoltà che incontra una casa editrice giovane e indipendente come Storie Cucite?
Quando abbiamo letto l’articolo di Affaritaliani.it, a colpirci è stata proprio la chiarezza nell’affrontare un argomento tanto controverso e poco noto al lettore finale. Si fa certamente riferimento all’editoria per adulti, ma le modalità non cambiano per il comparto infanzia. Da un lato c’è la grande editoria che ha grande visibilità, maggiori risorse a disposizione e può contare su una rete di contatti più ampia per la promozione, dall’altro c’è il piccolo editore indipendente che fatica a trovare il proprio spazio in libreria e nei grandi eventi.
Per Storie Cucite la difficoltà maggiore sta nel ritagliarsi uno spazio di visibilità continuativo avendo poche pubblicazioni l’anno (meno di 10) e quindi non potendo godere della grande attenzione riservata dalla stampa e dal sistema distributivo alle novità.
A questo si aggiunge un problema, ancora più evidente in questo periodo di pandemia e crisi economica, vale a dire la tendenza a non rischiare, proponendo marchi e autori già consolidati nel mercato, evitando di fare ricerca e di rischiare o andare a scovare marchi e autori emergenti. Una tendenza comprensibile, da un certo punto di vista, che però penalizza i piccoli editori indipendenti, che rischiano così di scomparire.
E come si potrebbe evitare che scompaiano?
Basterebbe ripensare in parte il sistema distributivo anche in termini di sconti concessi, che siano adeguati e uguali per tutti, senza distinzione per canale, e stabilire delle regole per il diritto di resa.
Ascoltare le esigenze dei piccoli editori supportandoli con strumenti economici e di promozione adeguati, in modo da valorizzare e sostenere la pluralità di voci e la vivacità culturale.
Le copertine di alcuni libri di Storie Cucite
Nel frattempo, voi quali strategie commerciali e comunicative mettete in atto?
Laddove abbiamo visto che la sola attività di promozione editoriale non era sufficiente ci siamo imposte di supportarla con le librerie, con degli incontri ad hoc per raccontare la nostra casa editrice, con delle mail di rinforzo delle novità e non solo.
Abbiamo anche deciso di esplorare il settore degli e-book, proponendo alcuni titoli anche in questa versione digitale.
La cancellazione delle fiere in presenza ci ha viste partecipare a edizioni online che però, francamente, non hanno portato i risultati sperati. In un evento online manca completamente il contatto con il pubblico, quello scambio vitale per un editore, perché consente di ricevere feedback sulle proprie pubblicazioni e magari aggiustare il tiro in quelle future.
Ciò che di positivo però si è evidenziato in questi ultimi mesi è stata una maggiore collaborazione tra librerie ed editori, attraverso per esempio la piattaforma BookDelear e Libri da asporto.
Stiamo, inoltre, lavorando tanto sui social media, con dirette streaming, eventi di approfondimento e iniziative per coccolare i nostri lettori, come quella in corso in questo momento: l’invio di un video messaggio a sorpresa dall'autore per chi acquista uno dei titoli inseriti nell’iniziativa. Anche in questo caso è stata fondamentale la collaborazione con le librerie.
Guardiamo invece al futuro: quali sono i vostri progetti?
Quattro anni fa abbiamo iniziato un percorso sulla lettura accessibile e lo porteremo avanti, anche perché una parte della riconoscibilità di Storie Cucite è proprio legata alla produzione di InBook, oltre a essere tra le poche case editrici in Italia che li pubblicano.
Collaboriamo con tante associazioni e con alcune biblioteche per la promozione di questo prodotto editoriale sul territorio lombardo, e adesso abbiamo iniziato un percorso anche in Salento, la nostra terra d'origine, di cui siamo molto orgogliose. Stiamo lavorando tanto anche sulla promozione della nostra collana I Logogrifi, che propone un approccio innovativo alla scrittura creativa, che può avere applicazioni interessanti anche a scuola, come strumento di supporto alla didattica nell’insegnamento dell’italiano.
Ma abbiamo in cantiere tanti altri progetti: uno è focalizzato sulla psicologia, al momento in stand by causa Covid, e un altro entusiasmante sulla musica che speriamo di riuscire a realizzare presto.
Bisognerà poi fare i conti col fatto che il nuovo anno si porterà dietro gli strascichi economici negativi del 2020, ma restiamo fiduciose.