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"Ferrovie del Messico" di Gian Marco Griffi è il romanzo dell'anno

di Simone Rosti

Un'analisi molto approfondita di "Ferrovie del Messico", dalla trama alla dimensione cronotopica. Esce da un piccolo editore

"Ferrovie del Messico": perchè è il miglior libro dell'anno

Anche se il 2022 non è ancora finito possiamo decretare, ad oggi, che "Ferrovie del Messico", di Gian Marco Griffi, è il romanzo dell’anno. Un piccolo editore (Laurana Editore) e uno scrittore non da prima pagina hanno fatto l’impresa: imporsi come libro rivelazione ed essere ristampato più volte grazie a un successo che si è propagato con il passaparola.

"Un romanzo che fa ridere, riflettere, commuovere, che sa fondere la storia con la fantasia, che sa essere profondo e dissacrante, avventuroso e introspettivo, che sa giocare con tanta alta letteratura fra citazioni e un linguaggio stiloso ma mai pretenzioso, che sa dispensare saggezza popolare e raccontare drammi collettivi. Un romanzo che si propaga come una slavina, fra sfasamenti temporali e cambi di prospettiva (con la frequente variazione dell’io narrante), con infiniti personaggi (uno più incredibile dell'altro) che costituiscono il reticolo di una trama articolata ma mai sfilacciata. Il libro potrebbe durare ben oltre le sue 800 pagine, in nessuna delle quali c’è stanchezza o noia, si gode di ogni pagina pensando già alla successiva".

"Ferrovie del Messico": trama e alcuni estratti

Allo sventurato Cesco Magetti è assegnato un compito bizzarro: riprodurre una mappa delle Ferrovie del Messico. L’ordine arriva dai gerarchi nazisti ai “fratelli” della Repubblica Sociale italiana, in particolare alla Guardia Nazionale Ferroviaria di Asti dove il povero Magetti lavora. Come Griffi sia riuscito a costruirci una storia perfetta e godibile è un segno del suo talento.

Ecco qualche frase pescata qua e là fra le 800 pagine per stimolarvi alla lettura del lavoro di Griffi: “Disse che se anche avessimo scavato una fossa tanto grande da poterci seppellire tutte le armi conosciute, dalle clave ai bombardieri americani, gli uomini avrebbero fatto la guerra lo stesso. Disse che per ammazzarsi avrebbero usato le forchette e le zappe, i forconi per il fieno e gli uncinetti delle donne, le canne delle biciclette e i turiboli dei preti” (pag. 119).

“Tilde diceva che i greci avevano scritto tutto, lui indicava un fienile bruciato da sessant’anni e diceva questo no (…) i greci non avrebbero mai scritto di stupidi monferrini nudi in una cascina diroccata” (pag. 167).

“E’ come se la mia corazza d’amore per la vita fosse continuamente sbocconcellata dal pesce del grottesco e da quello del tragico, e l’unico modo per proteggermi, per ripararmi, è un certo modo di guardare al mondo, un lirismo. Essere lirici e ironici è la sola cosa che protegge dalla disperazione assoluta. Io abito il mio lirismo, Cesco, per continuare ad amare la vita: ogni evento vissuto non può che tradursi in queste due forme d’esistere, lirismo e ironia, perché la terza sarebbe la disperazione, e a quella non saprei porre rimedio. Non c’è altro” (pag. 361).

“Cesco (…) amava conversare, talvolta anche chiacchierare e ascoltare storielle, ma detestava quel vezzo delle persone di parlare tanto per parlare, di battolare anche quando da dire non c’era niente, quasi si dovesse bandire il silenzio, come se il silenzio fosse pauroso e foriero di mostri” (pag. 495).

"Cara Tilde, oggi l'amore squarcia le radici degli alberi, scoperchia le tombe e fa traballare i morti, gli scheletri tremolano sospesi a mezz'aria prima di sbriciolarsi come il grano tra i cilindri d'un mulino, scaraventa i coppi (...) ma non scompone neanche un capello a te, che dovresti essere l'unica travolta..." (pag. 310).

"Fumare rappresentava l'unico metodo per scandire il tempo e svolgere un'attività diversa dal rimestare tra i frammenti tetanici di una vecchia locomotiva o abbandonarsi alla voragine dei suoi pensieri" (pag. 713).

Perchè batte Annie Ernaux

Mentre Annie Ernaux ottiene il premio Nobel per la letteratura 2022, la tagliente Mariarosa Mancuso, afferma che “preferiamo la letteratura che non dovrebbe puntare soltanto alla condivisione del privato" (tipica delle opere di Ernaux). Per questo motivo sarebbe utile leggere "Ferrovie del Messico", per aprire gli orizzonti spaziali e temporali.