Lei mi parla ancora, il libro di Giuseppe Sgarbi dietro al film di Pupi Avati - Affaritaliani.it

Libri & Editori

Lei mi parla ancora, il libro di Giuseppe Sgarbi dietro al film di Pupi Avati

Per La nave di Teseo escono i 4 romanzi del papà di Elisabetta e Vittorio Sgarbi, farmacista diventato scrittore a 94 anni: dall’8 su Sky il film con Pozzetto

"Uno scrittore e un uomo autorevole, che non dà confidenza ma non gioca con alcun segreto. Nomina le cose, fa vivere le persone e i fatti, con tacito amore e tranquillo riserbo".

Questo, nelle parole di Claudio Magris, il profilo di Giuseppe Sgarbi, padre di Elisabetta e Vittorio, ma anche per tutta la vita farmacista a Ro Ferrarese e 'narratore' tardivo (a 94 anni, su invito dei figli).

Un personaggio di una Italia quasi scomparsa che – prima della morte, avvenuta nel 2018 - è riuscito a raccogliere le sue memorie in quattro romanzi, che oggi vengono riuniti in un unico volume da La Nave di Teseo.

Lei mi parla ancora - Memorie edite e inedite di un farmacista (pag.688) propone Lungo l'argine del tempo (2014), Non chiedere cosa sarà il futuro (2015), Lei mi parla ancora (2016) e Il canale dei cuori (2018) assieme a due racconti inediti.

La prefazione è affidata a Pupi Avati che dal volume del 2016, un toccante ritratto della moglie Rina, scomparsa l'anno prima, ha tratto l'omonimo film – in anteprima su Sky l'8 febbraio - con Renato Pozzetto, Fabrizio Gifuni, Isabella Ragonese, Chiara Caselli e Stefania Sandrelli.

IPA FGR79512 pr
Giuseppe e Rina Sgarbi

Storie di una provincia italiana che - spiega Elisabetta Sgarbi - da "racconti orali, trasferiti nella magia della pagina scritta, hanno acquistato una forma, sono diventati - loro e lui, mio padre - eventi più grandi della vita vissuta".

"Una personalità - e una penna - ricca di tenerezza e - aggiunge Magris - istintivamente incline a incutere soggezione. Il suo sguardo ha la spregiudicatezza di chi è libero da idoli, convenzioni, retoriche e non ha paura di guardare in faccia la morte, la guerra, il disincanto di tutte le cose. Ma il suo sguardo è soprattutto quello del rispetto, che Kant considera la premessa di ogni virtù e che sembra sempre più raro".

Lei mi parla ancora