Libri & Editori
Libri, sempre meno lettori in Italia: per il 47% zero tempo nel lockdown

In Italia sempre meno appassionati di lettura, mentre aumenta il tempo passato su whatsapp, social e tv
Forte calo dei lettori di libri in Italia e riduzione della domanda di acquisto, specie da parte di chi prima della crisi leggeva più di 12 libri l’anno. È il quadro disegnato dall’'Indagine Cepell-AIE "La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria", con la collaborazione di Pepe Research.
A maggio del 2020 la percentuale di italiani (15-74 anni) che dichiarava di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi eBook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente, attestandosi al 58%.
Il valore scende di altri 8 punti percentuali (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile. Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%.
Libri, nel lockdown diminuiti lettori e domanda acquisto
"I numeri dell’indagine Cepell-AIE confermano le criticità per la lettura e la filiera del libro, indispensabili per la crescita, culturale ed economica, del Paese – ha spiegato Paola Passarelli, Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo – il governo è consapevole di ciò e per questo ha dato una significativa risposta prevedendo interventi diretti sulla domanda come ad esempio il fondo per gli acquisti di libri da parte delle biblioteche pubbliche e la carta della cultura per le famiglie bisognose".
L’abbandono della lettura da parte degli italiani è un fenomeno di società che va affrontato a tutti i livelli. "Si tratta di una tendenza che era già in atto prima della pandemia e che va contrastata con misure che incidano sui comportamenti della società nel suo insieme – ha spiegato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Diego Marani – mirare ai giovani e alle scuole non basta più. Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d’esame, nei concorsi pubblici”.
Lettura, sempre meno in Italia
Leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione nell’ultimo anno, mentre la televisione, il telefono, whatsapp, i social network sono tutte attività che mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lock-down (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news.
“Il quadro della lettura nel nostro Paese è allarmante – dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi – sostegno alla domanda pubblica e privata di libri, contrasto alla povertà educativa, aiuti diretti a piccoli editori e librai e alle iniziative che più hanno subito i contraccolpi del distanziamento sociale, come Fiere, Festival e mostre, sono misure necessarie: chiediamo al Governo e al Parlamento, che con i primi provvedimenti adottati hanno dimostrato sensibilità sul tema, di proseguire in questa direzione”.
I dati raccolti a maggio, infine, ci dicono che si è fortemente ridotto il numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nel 2019) e che il mercato rischia una pesante flessione a causa del comportamento dei forti lettori. Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano infatti da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%. A maggio 2020, i forti lettori hanno acquistato nei 12 mesi precedenti 30,2 milioni di copie, in calo del 45% rispetto al dato di fine 2019 (51,4 milioni di copie).