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Lucia Caruso, Quello che non ti ho potuto dire

Un libro per ritrovare le vite e le parole di chi ha affrontato la morte nel periodo difficile della pandemia senza poter dire addio ai propri cari

Quello che non ti ho potuto dire, il nuovo libro di Lucia Caruso

Trovare le parole per esprimere le nostre emozioni non è mai facile, e quando quelle parole saranno le ultime dette a un nostro caro, le ultime che quella persona ascolterà prima di lasciare la sua vita, è ancora più difficile. Basterà un "ti voglio bene"? Un "ti amo"? Forse qualcuno ha bisogno di tirare fuori quel "perdonami" che stringeva in gola da troppo tempo, magari per orgoglio, magari per timidezza. Forse per qualcun altro sarà più importante dire: "Ci sono, sono qui". O forse per questo basta far sentire la propria presenza fisica, con un gesto, uno sguardo, stringendo una mano sempre più debole, baciando una fronte sempre più fredda.

Quando la morte non sopraggiunge inaspettata, è così, in genere, che ci si immagina gli ultimi istanti di vita della persona amata, o ci si augura i propri. La possibilità di un ultimo sguardo, un ultimo saluto, un ultimo abbraccio. La possibilità di dirsi addio. 

Lucia Caruso col suo nuovo libro, Quello che non ti ho protuto dire, edizioni PubMe, ridà voce a chi, nel terribile periodo del Covid, questa possibilità non l'ha avuta. Ripercorre pagina dopo pagina esistenze, luoghi, storia, arte e memoria, di persone normali che la pandemia ha reso straordinarie, rendendo nostre, di tutti, e immortali le lettere di saluto di persone lontane nella morte e per sempre vicine nell'amore.

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