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Marco Ligabue, Salutami tuo fratello: “I miei primi 50 anni rock’n’roll”
Essere il fratello di Luciano Ligabue non è facile, facendo poi lo stesso mestiere: ma Marco affronta tutto questo con ironia e lo racconta nel suo primo libro
Ecco, appunto, parliamo del cognome: Ligabue. È mai stato causa di sofferenza? “No. Ho sempre vissuto questa parentela con mio fratello come una cosa che ha portato tanta luce nella mia vita, certo è un attimo cadere nell’ombra, ma non c’è mai stato disagio per me e mi piace che sia reciproco. Infatti, Luciano ha scritto la quarta di copertina del mio libro, parole che mi hanno emozionato molto. Lui è così, meno espansivo, parla poco, ma quando lo fa centra sempre il punto”.
“A volte un po’ mi urta questo continuo rimando a lui, quando magari mi sono fatto un mazzo così per tirare su un concerto e appena metto piede sul palco la prima cosa che mi chiedono è di mio fratello. Ci ho riflettuto tanto: ha senso presentarmi come cantante col mio cognome, Ligabue, o è meglio scegliermi uno pseudonimo? Ma mi sembrava un modo di scappare, e non volevo: sono orgoglioso di Luciano, del mio cognome, che mi è stato passato da mio padre, e di quello che sono.”
Insomma, Salutami tuo fratello è un libro schietto, in cui Marco si apre completamente: “Ogni capitolo è un racconto a sé. Alcuni sono usciti di getto, per altri è stato più difficile ripercorrere anni interi di eventi. In questo momento di incertezza credo che il mio libro possa fare passare qualche ora leggera, spassosa, regalando momenti belli di vite vissute in cui molti si possono ritrovare”.
E per il futuro? “Mi lascio ispirare dalla vita. Dopo 10 anni con i Little Taver, 10 con i Rio e 8 da solista, ora non mi dispiacerebbe fare qualcosa con Luciano, mentre prima non avrei voluto, mi sarebbe sembrata una scorciatoia. Poi certo, il mio sogno resta fare un concerto all’Arena di Verona”. E un altro libro? “In Salutami tuo fratello ho raccolto le cose incredibili che mi sono capitate nei miei primi 50 anni, che è un bel traguardo. Ora vediamo cosa succede nei prossimi 50.”