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(Ri)costruzione,le macerie invisibili della pandemia: la nuova Italia.IL LIBRO

Ogni problema può diventare un’opportunità, anche l’emergenza Covid-19 che ha amplificato le ‘fragilità’ del nostro Paese, alle prese con una crisi senza precedenti che il lockdown ha solo aggravato. Di questo si parla nel libro di Mario Benotti (Ri)Costruzione, edito da Piemme, in cui si analizzano nel profondo gli errori e le mancanze degli ultimi 30 anni, che hanno mortificato il prestigio e la rinomata intraprendenza degli italiani. Secondo l’autore l’Italia, alla fine di questa pandemia, si ritroverà ad affrontare una sorta di ‘dopo-guerra’: ci saranno macerie invisibili da spostare e asset da ricostruire. Il virus ci ha fatto fare i conti con le nostre inefficienze. Ora le persone dovranno vivere senza le certezze di prima, e in molti casi saranno obbligate a reinventarsi. In ‘(Ri)Costruire’ si spiega che l’emergenza ci dà l’opportunità per confrontarci finalmente con un mercato del lavoro disastrato, con una scuola che da tempo non è più luogo di formazione e cultura, con l’assoluta mancanza di una politica industriale.

Cattura
 

Per Mario Benotti  è giunto il momento di una (Ri)costruzione, di fissare nuovi obiettivi per far ripartire l’Italia, attraverso la riscoperta della Politica con la “P” maiuscola, che agisce per il bene comune, attraverso l’individuazione degli asset strategici del nostro Paese su cui puntare per intraprendere un nuovo percorso di sviluppo. (Ri)Costruzione è un viaggio nell’Italia degli anni 2000, dominata dal ‘presentismo’ in politica e da una mancanza di visione strategica. Si vive alla giornata, la politica si preoccupa di trovare soluzioni buone solo per far incetta di voti, mentre si spera in un nuovo “miracolo italiano”, che non può avvenire per decreto. La politica deve invece indicare una strada da percorrere e obiettivi da raggiungere.

L’autore non nasconde la necessità di iniziare dalla scuola, l’Università e la ricerca scientifica e industriale, il vero motore di una crescita di cui non si può più fare a meno. L’ultima volta che è stato elaborato un piano strutturato per l’Italia è stato nel 1980, quarant’anni fa. Nel frattempo l’Istat ha certificato che diminuisce il numero degli abitanti, nonostante l’afflusso di persone che provengono dall’estero. Semplicemente in Italia non si nasce più: il numero dei morti supera quello quello dei nati. E un Paese in cui non si nasce è destinato alla morte sociale. Per Benotti non c’è più tempo: la ricostruzione parte dagli investimenti mirati, non da soldi distribuiti a pioggia. Solo così sarà possibile risollevarsi e confidare in un nuovo boom, che permetta all’Italia di tornare protagonista in Europa e nel mondo. Un nuovo Rinascimento che metta l’Uomo al centro di tutto.

Le conclusioni-Una proposta per ripartire. LEGGI QUI

MARIO BENOTTI giornalista professionista, inviato speciale e caporedattore della Rai, ex direttore generale di Rai World, è attualmente vicepresidente esecutivo di Partecipazioni Spa e presidente di Optel, consorzio pubblico-privato di ricerca scientifica e industriale nei settori della microelettronica, della  avanzata e delle scienze della vita. Studioso dei temi dello sviluppo, è docente in Italia e negli Stati Uniti. Già capo della segreteria al Ministero delle Politiche e degli Affari europei presso la Presidenza del Consiglio, è stato consigliere giuridico del Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e consigliere del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 MG 0063
 

 

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