Libri & Editori
Tradurre libri che non "rendono" in lingua inglese
di Dom Serafini
"Prendiamo ad esempio un libro di barzellette o uno di cruciverba, oppure una raccolta di discorsi in politichese"
Ogni tanto capita di leggere un libro in italiano che chiaramente sarebbe difficile tradurre in inglese. Prendiamo ad esempio un libro di barzellette o uno di cruciverba, oppure una raccolta di discorsi in politichese. Non è che questi non si possano tradurre, il problema è farlo in modo che possano "rendere" lo stesso effetto ad un lettore americano.
Il lavoro di un traduttore è ben distinto da quello dell'autore, come spiega la scrittrice Maria Verbena Volpi, in arte Ben Pastor: "Scrivere e tradurre sono due operazioni distinte, preferisco affidare il compito ad un traduttore di professione", e in particolare allo stesso traduttore che ha tradotto in italiano ben 10 dei suoi libri. Pastor ha cominciato a scrivere quando ancora era nella sua nativa Roma ed ha continuato quando si è trasferita in America nel 1974, all'età di 24 anni.
La difficoltà nel tradurre un libro anche per un autore bilingue che risiede in America si è resa evidente quando questo giornalista ha scritto un libro diverso dalle sue pubblicazioni tecniche, e che invece descrive uno spaccato di società italiana prendendo spunto da note autobiografiche. La difficoltà della traduzione per il pubblico americano è stata aumentata dall'uso di un linguaggio spesso ironico e sarcastico.
Precisa Maria Galetta, interprete e traduttrice di professione a New York City: "Tradurre libri all'apparenza 'intraducibili' è argomento di studi universitari per futuri traduttori", ed aggiunge anche che si diventa traduttori tramite un percorso di studi ma soprattutto per passione e con esperienza. "Il lavoro del traduttore" specifica, "ha sempre un elemento passionale, visto che ci si guadagna molto poco".
Per approfondire l'argomento abbiamo rivolto delle domande a due altri traduttori di professione suggeriti dall'American Translators Association. Dalla California, Kathryn D. Marocchino spiega che "alcuni anni fa ho avuto l'opportunità di tradurre dall'italiano alcuni libri che erano 'inusuali' per il pubblico americano. Seppur l'introduzione di note a piè di pagina per spiegare un concetto non sia cosa apprezzata, i testi umoristici legati alla cultura presentano dilemmi: perdere il lettore con allusioni criptiche o opprimerli con le note a piè di pagina. Ci sono limiti a ciò che si può fare per carpire un sorriso. Spesso cerchiamo di descrivere un concetto, piuttosto che tradurlo".
Quest'ultima spiegazione mi ricorda il motivo per cui, quando ancora dirigeva Canale 5 personalmente, Silvio Berlusconi assunse come traduttore simultaneo Ferruccio Cattoretti, un collaboratore da Milano della rivista di televisione VideoAge per aiutarlo a trattare con gli studio americani. Cattoretti, deceduto nel 1988, non aveva mai potuto visitare l'America in quanto comunista, ma aveva una moglie americana ed era un esperto di film americani degli anni 40 e 50. L'abilità di Cattoretti consisteva nel catturare il significato più che la traduzione letteraria. Ad esempio, la frase "road map" letteralmente significa cartina geografica, ma sta anche significare "guida" e Cattoretti era molto abile in questo tipo di interpretazioni.
Dalla Virginia, Jonathan T. Hine afferma che "come traduttore riconosco i problemi con i testi umoristici. Però se la frase è divertente in italiano, riesco a renderla divertente anche in inglese, ma non sempre con una traduzione letteraria. Ad esempio, potrei farla diventare un gioco di parole", conclude.