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Vasco Rossi "racconta" Don Gallo. Il libro evento per Chiarelettere
"Don Gallo ha saputo accogliere persone anarchiche e imprevedibili, spesso disastrate e anche inaffidabili e ha costruito con loro una comunità bellissima". Sono le parole di Vasco Rossi, autore della prefazione (dal titolo O BEATLES O ROLLING STONES) del libro di Viviana Correddu con la Comunità San Benedetto al Porto (Chiarelettere) dedicato a Don Gallo.
"In questo libro non c'è solo il 'mio' Don Gallo, c'è anche quello di tante altre persone... i nostri occhi brillano della stessa luce, perché hanno avuto l'onore di incontrarlo sulla propria strada" racconta l'autrice che aveva ventisette anni quando bussò alla porta della Comunità San Benedetto. Pesava trentasette chili e la sua vita era prosciugata dall'eroina. Sembrava una missione impossibile e invece in due anni tutto è cambiato. Grazie alla sua forza di volontà, grazie a quegli amici veri e unici che non ti chiedono mai nulla in cambio, grazie alla passione di sempre per le canzoni di Vasco Rossi, colonna sonora di tante vite non addomesticabili, e soprattutto grazie a Don Gallo, il motore che ha innescato la rinascita.
Questo libro è il racconto della sua liberazione. Una storia semplice e proprio per questo straordinaria. Il ritratto inedito del prete di strada più irregolare e imprevedibile d'Italia, che in queste pagine viene raccontato nella sua quotidianità, anche con le debolezze e le contraddizioni. In un momento storico in cui tutto invita al conformismo, Viviana ha scombinato le carte trovando solo così la sua strada. "Scoprire che qualcuno poteva ancora fidarsi di me mi ha aperto un mondo, questo sì che è rivoluzionario."
Solo così ha imparato a volersi bene, perfino a osare. Come quando don Gallo l'ha portata all'incontro con l'ex ministro Giovanardi. "Perché il Gallo voleva me, una 'tossica di merda'? Perché è così che ci chiamava ironico, i 'miei tossici di merda'...".
Viviana Correddu è nata a Genova nel 1980. Dopo il liceo si è iscritta all'università, facoltà di Filosofia. A metà del secondo anno ha iniziato a fare uso di droghe. Nel 2004 lascia gli studi. Il suo vocabolario si riempie di parole come roba, stagnole, metadone, astinenza, fuorivena, Sert, il servizio per le tossicodipendenze, eccetera. Nel 2007 sceglie di entrare in comunità. Oggi è sposata e ha una figlia. Lavora come commessa in un grande magazzino e per passione scrive.
La Comunità San Benedetto Al Porto, fondata da don Andrea Gallo, inizia la sua attività nel 1975, nei locali della canonica messa a disposizione dal parroco di Genova don Federico Rebora. Da allora si occupa di promozione dei diritti e tutela delle persone. Promuove i beni comuni e l'utilizzo degli spazi urbani. Lavora in accreditamento o convenzione con Asl, comuni, regioni, istituti di istruzione, università, prefetture e altre cooperative
sociali. Si occupa di persone prese in carico dai servizi, donne vittime di violenza e sfruttamento, persone affette da dipendenze. Costruisce reti di collaborazione tra soggetti pubblici e privati sul territorio di Genova e Alessandria.