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Veltroni: “Moro? Non solo Br, ecco chi lo voleva morto per la Guerra Fredda"
“L’uccisione di Aldo Moro mette fine al disegno politico più ambizioso del 2° dopoguerra aprendo una crisi che non si è mai chiusa”: Veltroni nel nuovo libro
"Non sono un complottista, non penso che ci sia stata una regia, ma penso che quando Moro è stato rapito dalle Br, le grandi potenze che Moro e Berlinguer avevano sfidato, Stati Uniti e Unione Sovietica, in quel tempo di Guerra Fredda, hanno operato perché Moro morisse, non tornasse".
Così Walter Veltroni ha dichiarato a Forrest, su Rai Radio 1, presentando il suo nuovo libro, un saggio sul caso Moro, in uscita il 6 maggio con Solferino editore, dal titolo Il caso Moro e la Prima Repubblica.
"Questo non ha a che vedere con la politica della fermezza, ma ha a che vedere con la lucidità strategica di Moro e Berlinguer che sapevano che due partiti che insieme avevano il 70% dei voti avevano il dovere di collaborare o il paese sarebbe andato a gambe all'aria. Ma la loro collaborazione era una bestemmia per la Guerra Fredda e quella bestemmia sia i sovietici che gli americani hanno voluto interromperla".
"Il memoriale Moro è un pezzo dei tanti misteri di quella stagione. Perché il comunicato del lago della Duchessa fu scritto da un falsario della banda della Magliana? Perché al comitato che seguiva l'indagine sul caso Moro al Viminale c'erano solo uomini della P2?".
"In quei 55 giorni diverse forze intervennero per una certa soluzione, ci sono consiglieri americani, che intervennero e poi ci scrissero libri", ha aggiunto Veltroni a Porta a Porta il giorno dopo riferendosi a Steve Pieczenick, l'uomo che nell'aprile del 1978 arrivò dagli Usa per collaborare alle ricerche del rapito. "La verità è che Moro e Berlinguer avevano sfidato gli equilibri della guerra fredda".
Il caso Moro e la Prima Repubblica, Walter Veltroni
“Quell’automobile traforata di colpi, quei giornali sparsi sul sedile posteriore, quel corpo coperto da un lenzuolo, quel rivolo di sangue che attraversa l’asfalto di via Fani. Immagini, impresse nella nostra memoria, che scandiscono un passaggio d’epoca”.
Quando e perché è finita la Prima Repubblica? Per rispondere a questa domanda Walter Veltroni ricostruisce un intero, travagliato, capitolo della nostra storia a partire dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, che mette fine al disegno politico più ambizioso del secondo dopoguerra, un’alleanza tra la Dc di Zaccagnini e il Pci di Berlinguer, e apre una crisi che forse non si è mai chiusa. Attraverso gli anni del terrorismo e della strategia della tensione, degli attentati e dei Servizi segreti, delle sfide elettorali e delle mancate riforme; da Andreotti a Craxi, da Leone a Cossiga, dal rischio di un colpo di Stato alla scoperta dell’organizzazione segreta Gladio, dalla P2 a Tangentopoli e oltre.
L’autore riavvolge il filo della memoria nazionale attraverso eventi e ricordi vissuti da se stesso e dai protagonisti dell’epoca: intreccia così le testimonianze di Virginio Rognoni, Claudio Martelli, Emma Bonino, Beppe Pisanu, Claudio Signorile, Rino Formica, Aldo Tortorella, Achille Occhetto, Mario Segni, ma ritrova anche una rivelatrice intervista al brigatista Prospero Gallinari, carceriere dello statista democristiano assassinato.
Un’inchiesta nel nostro passato che illustra fatti, personaggi, versioni inedite e interpretazioni politiche riportando alla luce l’eredità di un disegno infranto che ancora grava sull’Italia di oggi.
Editore: Solferino
Data di Pubblicazione: maggio 2021
EAN: 9788828206842
ISBN: 8828206845
Pagine: 192