Farmaci malattie rare: "Nella manovra spunta la trappola per i farmaci orfani"
Malattie rare:a questo punto c’è chi pensa di disinvestire, come Shire l’azienda biotech con stabilimenti a Rieti e Pisa
FARMACI MALATTIE RARE, SHIRE ALLERTA: LA NUOVA MANOVRA DISINCENTIVA L'INVESTIMENTO NEI FARMACI ORFANI
Shire, azienda biotech leader nelle malattie rare, ha annunciato poche settimane fa un piano di ampliamento del proprio stabilimento di Rieti da 36 milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie e macchinari, che prevede più di 120 assunzioni di nuova forza lavoro, oltre a una contemporanea espansione dello stabilimento di Pisa, che dovrebbe aumentare di quasi il 50% il numero degli operai.
L’azienda Shire commercializza in Italia per lo più farmaci orfani, ovvero farmaci salvavita che vengono prodotti specificamente per piccoli gruppi di pazienti con malattie rare.
Nella Legge di Bilancio, tra gli emendamenti inseriti dal Governo e dal Ministero della Salute, ce n’è uno che riguarda specificamente i farmaci orfani, ovvero i farmaci per le malattie rare. Fino a oggi i farmaci orfani sono stati esclusi dal payback, vale a dire il meccanismo con cui le aziende private ripianano i buchi di spesa del sistema sanitario.
Nel nuovo emendamento si è inserita un’interpretazione restrittiva dei farmaci orfani (limitandoli alla lista EMA in vigore) a favore delle big pharma che non producono questi farmaci, senza tenere conto dei numerosi problemi e ritardi nell’approvazione dei farmaci in Italia. Questa intepretazione farebbe pagare alle aziende biotech il payback anche sui farmaci orfani, della cosiddetta categoria orphan-like, quelli che identificati come orfani non godono più dell’esclusività di mercato.
Per le aziende come Shire questo emendamento ha un impatto di costi in più, da un anno all’altro, che sfiorerebbe oltre il 12% dell’intero fatturato italiano. È per questo che l’azienda starebbe riconsiderando seriamente l’idea di investire tutti questi soldi sull’Italia. Non sarebbe infatti difficile spostare la produzione negli stabilimenti aziendali di Paesi come l’Austria, il Belgio o la Svizzera, pronti a far ponti d’oro ad ampliamenti così significativi.
Interpellati da Affaritaliani, i manager dell’azienda hanno preferito non commentare, confermando però che l’impatto del nuovo emendamento è sproporzionato e ingeneroso nei confronti di chi sta investendo così tanto in Italia.
A Rieti Shire impiega direttamente più di 500 persone con un indotto su tutto il territorio locale, che va ad aggiungersi allo stabilimento di Pisa, il quale a sua volta ne impiega altri 90. A questi si aggiunge una forza commerciale di altre 150 risorse, per un totale di quasi 750 dipendenti in Italia.
Shire ha tra l’altro investito direttamente in ricerca nei laboratori del Tiget- Telethon di Napoli oltre 17 milioni negli ultimi anni e ha di recente rinnovato un’ulteriore linea di ricerca sempre con Telethon di cui ancora non si conosce l’esatto ammontare.
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