Marketing, inondare il cliente di email? Che autogol
Di Milo Goj
Le informazioni che le aziende inviano via email ai loro clienti, attivi o potenziali, si traducono in un tragico autogol. Il 57% dei consumatori è disposto a interrompere ogni tipo di rapporto con le aziende che li inondano di comunicati, mentre il 63% intende, per ripicca, spendere meno per acquistare i prodotti di queste aziende.
Questo clamorosi dati, che potrebbero ribaltare le politiche di marketing on line di molte imprese, emergono da “Communication crackdown (Un giro di vite sulle comunicazioni)”, una recente ricerca realizzata da Coleman Parkes Research e promossa da Ricoh Europe. Nel corso dell'indagine, sviluppata lo scorso gennaio, sono state intervistate 2.892 persone di Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Sud Africa, Svizzera, Polonia, Russia, Belgio, Turchia, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Svezia, Danimarca, Arabia Saudita, Norvegia, Qatar, Finlandia e Kuwait.
Ma le dolenti note non sono finite: quelle del campione non sono semplici dichiarazioni di principio. Molti sono già passati dalle parole ai fatti: il 20% degli intervistati ha già cambiato marca, abbandonando i prodotti delle aziende web-invasive, mentre il 10% si è addirittura rivolto a un'autorità pubblica per non essere più disturbato.
Non si tratta di reazioni dovute solamente al fastidio derivato dal vedere le proprie caselle di posta on line invase da comunicati inutili. Secondo diversi intervistati, la pioggia di informazioni inutili ha causato dei danni concreti nel rapporto con le aziende: il 25% del campione ha affermato di non avere rispettato scadenze contrattuali, in quanto l'avviso di pagamento si è perso nel marasma dei comunicati ricevuti. Mentre il 34% non è riuscito a capire il costo di un servizio proposto, che pure avrebbe potuto suscitare interesse e il 37% non si è avvalso di offerte di cui aveva diritto.
Tutti dati che dovrebbero fare riflettere sull'utilizzo del marketing digitale. Evidentemente, troppe aziende, attratte dalla facilità e dai bassi costi della comunicazione via email col pubblico di riferimento, hanno avuto un approccio quantitativo, inviando senza criterio ogni tipo di comunicato, al posto di puntare su informazioni mirate,
Un caso di demarketing che, c'è da giurarsi, diventerà una delle case history più gettonate nei corsi di management.