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Storytelling: perché è così importante per le aziende?

A cura di www.ninjacademy.it 

La crescente importanza attribuita alla figura dello Storytelling Specialist si basa sulla consapevolezza che oggi la capacità di costruire progetti narrativi efficaci è tra le competenze maggiormente strategiche che un'impresa può avere, e addirittura, secondo Hubspot, la più importante nell'immediato futuro.

Chiunque lavori in una grande impresa, un'agenzia, una PMI e i freelance, oggi ha bisogno di saper raccontare bene l'azienda, il business e le persone.

Per questo motivo abbiamo intervistato Andrea Fontana e Daniele Orzati, docenti del prossimo Corso Online in Corporate Storytelling + Storytelling LAB di Ninja Academy.

 

 

Andrea, perché per un’azienda è necessario raccontarsi?
Attualmente per tre motivi di fondo:
- Trovare nuove identità. In un’epoca in cui tutto continua a cambiare e tutto viene messo in crisi, lo storytelling serve per definire nuove o migliori identità di impresa, prodotto o vita.
- Generare nuove relazioni. Se posso raccontarmi in modo efficace allargo la possibilità di essere letto, ascoltato, votato, comprato e scelto.
- Aumentare valore sociale ed economico. Il racconto produce un notevole aumento del cosiddetto “capitale narrativo” di un oggetto o di un individuo e questo a sua volta espande identità e relazioni (anche economiche).

Daniele, come possiamo scegliere le immagini perfette per raccontare un brand?
Partendo dall’immaginario. E l’immaginario perfetto nasce col design stesso della narrazione. Come ho detto altrove, quello del visual storytelling è un problema innanzitutto di storytelling: prima dell’applicazione bisogna pensare alla sistematizzazione della narrazione. Dall’immaginario alle immagini è (quasi) solo questione di mettere nero su bianco delle linee guida per orientare chi le immagini le produrrà o le selezionerà per i diversi media.
Questo per ciò che concerne la grammatica. Poi c’è la sintassi, cioè l’ordine, la disposizione, il nesso causale tra un’immagine e l’altra. E anche in questo caso il problema è innanzitutto narrativo, e cioè: si risolve prima in termini di progettazione testuale, poi visual. Riassumendo: prima pensiamo alla progettazione, poi all’esecuzione.

A che punto è il corporate storytelling nel panorama italiano?
Stiamo muovendo i primi passi. Ma posso dire che dopo una prima fase di assoluto spontaneismo (tutti facevano o dichiaravano di fare storytelling), sempre di più le organizzazioni stanno comprendendo che per fare storytelling ci vogliono competenze e mindset. Non basta riciclare iniziative già fatte o strumenti tradizionali e metterli sotto il nuovo nome di “storytelling”.
Da questo punto di vista siamo entrati in una seconda fase in Italia: fatta di una domanda sempre più consapevole ed esigente da parte delle aziende e una offerta che si sta sempre più professionalizzando.