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A Cortinametraggio "Punto di rottura" si aggiudica il premio del pubblico

Eduardo Cagnazzi

Il futuro con un disastro climatico nell'opera della De Nardis. Quando la fantasia anticipa la realtà mostrando un mondo alle prese con la reclusione forzata.

E’ la storia di una famiglia del 2054 costretta a vivere barricata in casa e aiutata a sopravvivere grazie alla realtà virtuale. Un pò come sta accadendo in questi giorni in Italia e in tutto il mondo combattendo una guerra contro “il Coronavirus”, un nemico invisibile che sta modificando la quotidianità di ciascuno trasformandola, forse, per sempre. Un imperativo categorico che rimbalza ogni ora dalla Tv al web: #iorestoacasa. E’ questo lo scenario del cortometraggio, Punto di rottura, che ha consentito a Janet De Nardis, autrice dell’opera prima, giornalista, di aggiudicarsi il Cortinametraggio 2020, uno dei più importanti festival di corti in Italia.

Uno scenario che il pubblico di Cortinametraggio ha potuto in qualche modo ritrovare nell’opera della De Nardis salita sul podio proprio con il suo corto che si è aggiudicato il premio Lotus Production per essere stato fortemente apprezzato dal pubblico della rete. Un’opera visionaria, un racconto avvincente quello della De Nardis, scritto insieme a Marco Passiglia, realizzato in collaborazione con I Licaoni, e prodotto da Thinkfull, Densolar e Verrella costruzioni, con il sostegno di Panalight.

Punto di Rottura, infatti, narra le vicende di una famiglia del 2054 costretta, a causa dei cambiamenti climatici, a vivere chiusa in casa e aiutata a sopravvivere grazie alla realtà simulata. Lidia e Manuel, i due protagonisti dovranno decidere se accettare la realtà prendendo atto dei propri errori, o continuare a sopravvivere come Avatar nella finzione. I protagonisti sono interpretati da Lidia Vitale e Francesco Stella, mentre nei panni dei loro Avatar troviamo Francesco Ferdinandi e Sofia Bruscoli. 

Un progetto di sensibilizzazione alla cura per il pianeta e alle azioni consapevoli che possiamo comprendere attraverso lo strumento del cinema. Un futuro con un disastro climatico e un presente con una pandemia ha reso questo cortometraggio drammaticamente profetico. Il riscontro in termini di votazioni, così come gli apprezzamenti rivolti alla regista, sono stati accompagnati da messaggi intrisi di speranza e ottimismo per il futuro. L’auspicio è che sia oggi che domani si possa dire (per noi e per il pianeta) che davvero “andrà tutto bene”.