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Amadeus, Max che lancia la sfida a Netflix e una raccolta adv che cresce a due cifre... Parla Alessandro Araimo (Warner Bros. Discovery)
Amadeus, Belen e poi... Così il Nove lancia la sfida a Rai e Mediaset. Palinsesti Warner Bros Discovery, tutti i programmi
Amadeus, Max che lancia la sfida a Netflix e una raccolta adv che cresce a due cifre... Parla Alessandro Araimo (Warner Bros. Discovery)
Amadeus sbarca sul Nove: uno dei grandi re degli ascolti tv della tv italiana alla sfida dell'access e del prime time sulla rete ammiraglia di Warner Bros Discovery. Debutto con un 'Ama day' domenica 22 settembre quando andrà in onda la prima del game show 'Chissà chi è" in access prime time e poi la serata-evento "Suzuki Music Party" in prima serata con i cantanti ospiti che presenteranno le loro hit autunnali inedite.
Le aspettative del gruppo in termine di share alla luce di questo super colpo di tele-mercato? "Le cifre si faranno alla fine della stagione. L'impressione è che siamo in una situazione un po' diversa rispetto all'arrivo di Fabio Fazio l'anno scorso: stiamo parlando di una fascia caratterizzata da consumi forse ancora più abitudinari di altri e ovviamente con una competizione molto importante dove ci sono sia Rai 1 che Canale 5. Ci aspettiamo un percorso di crescita senza avere l'ansia di dover fare un numero.... 'wow' alla prima puntata", le parole di Alessandro Araimo dopo la presentazione dei palinsesti di Warner Bros Discovery. "Cerchiamo come sempre di fare del nostro meglio, però qui stiamo parlando di una maratona, ci sono duecento e passa episodi su un anno". E Amadeus "conoscendo molto bene questa fascia sa benissimo che ci vorrà del tempo", sottolinea l'Executive Vice Presidente, General Manager e ad di Warner Bros. Discovery Sud Europa.
Obiettivi di rete? "Stiamo cercando poco a poco di scalare le classifiche. Per quello che stiamo costruendo, il mio obiettivo per il Nove, in prospettiva, deve essere quello - tra access e prime time - di posizionarsi nel gruppetto di mezzo. Per darvi un'idea visuale, abbiamo Rai 1 e Canale 5 davanti, poi dietro di loro se guardiamo questa famosa 'classifica' non c'è una grande differenza tra tutti gli altri. E' un gruppo abbastanza compatto, quindi se inizi a pedalare lì in mezzo cerchi di avere quelle posizioni lì. Nel medio-lungo termine dobbiamo puntare al gruppetto".
Un Nove terza forza dietro a Rai 1 e Canale 5?
Alla domanda di Affaritaliani.it, Alessandro Araimo allarga il concetto andando oltre il 'ranking' degli ascolti tv rete per rete: "Io penso che il nostro sia un campionato un po' diverso dove - per come io lo vivo - il vincere lo valuto nell'avere un meccanismo sano abbastanza per mantenere il ruolo come sistema di terza forza nell'ambito del 'free to air' (in chiaro, ndr), ma questo è un elemento che a me serve per audience, forza economica, appeal per il pubblico e il commerciale che poi mi dia anche le risorse per crescere quando arriverà Max (la piattaforma di streaming online che debutterà in Italia nel 2026, ndr), avere la capacità quando ho un film nuovo per poterlo spingere anche con le mie reti".
E spiega meglio il concetto: "Quando ho un portafoglio del 10% e posso spingere 'Beetlejuice' o 'Jocker', è tutto marketing in più che posso mettere sul tavolo in quel 'campionato lì'. Se devo lanciare Max e ho il 12-13% di portfolio, magari più alto in prime time, è tutta forza che posso mettere a livello di sistema per spingere la piattaforma in streaming".
Qui il discorso strategico di Warner Bros Discovery si allarga. Oggi si celebra l'arrivo di Amadeus. Ma il debutto di Max nel 2026 sul mercato italiano sarà un passo importante nelle strategie del gruppo. "Nell'ipotetico nostro modello deve diventare il terzo grande pilone: televisione, cinema e streaming"
Oggi quel settore è presidiato da Discovery+... "E' un eccellente streaming per quelle che sono state le risorse che noi abbiamo impiegato, ma non è Netflix, Disney+ o Prime Video"
Invece Max... "ha delle ambizioni di sedersi nel tavolo di quei 4-5 streamer mondiali che in quel business verticale devono essere dei leader globali. In Italia dove io non sono neanche partito con Max devo mettere in campo tutte le mie risorse. Sicuramente con le fantastiche serie HBO, certamente con i film Warner Bros. Ma vorrò anche offrire quella che è la mia forza: Crozza, Amadeus, Fazio e via dicendo. E voglio mettere il portoflio che è in grado di spingere giornalmente la mia piattaforma di streaming. Oltreché rappresentare una seconda finestra per dei contenuti che magari in prima finestra vanno in pay sullo streaming e in seconda finestra sul free to air. Poi lì si crea un circolo virtuoso..."
E qui torniamo alla risposta legata alla domanda iniziale posta da Affari: "La mia percezione di 'vittoria' è un po' diversa da altri operatori che ne hanno di altre".
Investimenti su Max? Warner Bros Discovery è già al lavoro in vista del lancio italiano che avverrà nel 2026: "Stiamo iniziando a commissionare le prime serie locali. La struttura è di una piattaforma di streaming premium dove il cuore ovviamente sono i contenuti che produciamo sotto il brand Warner Bros e sotto HBO. Poi andremo a costruire intorno un'offerta premium sia scripted (film-serie tv, ndr) che unscripted (documentari e programmi tv, ndr) prodotta a livello locale. Sul fronte Italia la seconda è nel nostro Dna perchè la facciamo da sempre e ci verrà forse anche un po' più facile. Dal punto di vista produttivo a partire dal 2025 - in vista dell'anno successivo - la grande novità come investimento nel nostro Paese è sicuramente sulle serie locali. Sul fronte film già ne produciamo 4 o 5 all'anno con Warner Bros Italia: è uno script che avrà una prima finestra nelle sale cinematografiche e poi un secondo passaggio su Max".
Serie tv italiane by Warner Bros Discovery in arrivo? Avranno un "dna HBO", quindi "di qualità". Ma è ancora presto per gli annunci: "Stiamo finalizzando e facendo una selezione dei primi titoli"
L'arrivo di Amadeus sul Nove non è solo un colpo meramente televisivo e legato allo spettacolo. Ma può aprire anche strade sul fronte di adv e format pubblicitari: "E' una cosa su cui vogliamo lavorare. Lo stesso Suzuki è il primo esempio di grande partnership. Noi avevamo già un'ottima collaborazione con loro, però è chiaro che la collaborazione col talent fa la differenza"
Bilancio sulla chiusura pubblicitaria del 2024? "Abbiamo un trend che da quando è arrivato Fabio Fazio si è attestato sulla doppia cifra. Quindi su tutto l'anno siamo sopra al 10%"
Come avete convinto Amadeus ad accettare la vostra proposta che, come ha spiegato in conferenza stampa, era economicamente uguale a quella della Rai? "Lui ha veramente sposato il progetto. Alla fine si è sentito in una fase della sua carriera in cui nella tv pubblica non aveva più nulla da dimostrare e ha capito che questa poteva essere una sfida diversa. Come tutte le sfide, tra quattro anni ci diremo se è stata vinta o persa. La cosa sulla quale noi ci siamo capiti subito è che c'è una grande onestà in questa sfida, nessuno ha il risultato garantito. Noi stiamo mettendo sul campo tutte quelle che possono essere le nostre risorse professionali, finanziarie e quant'altro. Abbiamo quel progetto complessivo che vi dicevo prima. E lui sta facendo altrettanto dandosi in maniera eccezionale. Poi, come ci diciamo sempre tra di noi, facciamo il meglio e il massimo di quello che possiamo fare. Poi se gli altri sono più bravi ok. Però penso che ci sono tutti gli elementi per fare bene...", risponde alla domanda di Affaritaliani.it.
Amadeus nuovo top player del Nove, vista la sua fede calcistica nerazzurra sarà il vostro Lautaro Martinez? "Preferisco pensare a un trio d'attacco. Un elemento sul quale siamo stati molto attenti è stato di andare a incrementare il livello della squadra. Quando tu vedi che - da zero - lanci un talento o uno programma, è probabilmente una delle cose che più ti soddisfa come editore. Ma d'altra parte, essere riuscito a creare una squadra dove in attacco ho Crozza, Fazio e Amadeus professionalmente è una grandissima soddisfazione. La vera complessità da qui in avanti è, eventualmente andare a fare ancora degli aggiustamenti, oltre a far crescere ancora questa squadra. Perchè, proseguendo questo parallelo col calcio, tu puoi essere il Psg e avere tutti i fenomeni del mondo, ma se poi dopo non si gioca di squadra non si va da nessuna parte", conclude Alessandro Araimo rispondendo ad Affaritaliani.it.
E POI... Amadeus, Max che lancia la sfida a Netflix e una raccolta adv che cresce a due cifre... La video intervista di Affaritaliani.it, ad Alessandro Araimo (Warner Bros. Discovery)