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Ascolti Tv: Sanremo tragico per Pelù, Renzi gli fa sborsare 20mila euro
L'ex Litfiba è salito sul palco dell'Ariston sconfitto in una causa intentatagli dal leader di Italia Viva, apostrofato "boy scout di Licio Gelli"
Il Festival di Sanremo 2020 è stato particolarmente fortunato per Piero Pelù, piazzatosi al quinto posto della classifica finale. Molto meno fortunata la situazione patrimoniale del rocker, obbligato dalla Legge - qualche tempo prima di salire sul palco dell'Ariston a cantare la sua Gigante - a sborsare ventimila euro all'ex Premier Matteo Renzi, ora leader di Italia Viva.
Pelù aveva apostrofato l'allora premier come «il non eletto e boy scout di Licio Gelli» al concerto del Primo maggio a Roma, nel 2014. Come ricorda Claudio Bozza del Corriere della Sera, la faida tra Renzi e Pelù risale alla seconda elezione del primo a Sindaco di Firenze, carica dall'alto della quale Matteo non riconfermò Piero alla guida dell'estate fiorentina. Dopodiché il cantante se l'era legata al dito e non perdeva occasione di attaccare Renzi nelle varie cariche politiche che avrebbe assunto di lì in poi.
Ricordiamo lo "scandalo della matita copiativa cancellabile" sollevato da Pelù in occasione del referendum del dicembre 2016, polemica che fece ridere tutta Italia e che guadagnò all'ex Litfiba una secca smentita del Viminale. E poi foto denigratorie sui social, fra i quali una con un rotolo di carta igienica con la faccia di Renzi, e la sortita del concerto di cui sopra, che al rocker è costata carissima.
La sorte toccata a Piero Pelù potrebbe ripetersi nei confronti di altre personalità (fra i quali Travaglio, Vissani, Trenta, Miriano, D'Eusanio ecc.) che, nel tempo, hanno preso di mira Matteo Renzi, che - dopo aver abbozzato per vari anni senza rispondere - ha fatto partire una serie di querele e denunce civili e penali che si promettono - in caso di vittoria dell'ex Premier - piuttosto gravose dal punto di vista finanziario.