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Attacchi hacker, Italia non protetta: assumiamo chi conosce bene la Blockchain
Qualche volta ho pensato che per schermare e proteggere i dati sarebbe meglio “assumere” uno o più hackers che conoscano bene anche la BLOCKCHAIN
Attacchi hacker, Blockchain e sicurezza
I recenti attacchi informatici ai siti del Ministero della Difesa e del Parlamento ci dicono che oltre ad essere mirati ci avvisano che non siamo troppo protetti. Chi sono gli hackers? Sono persone altamente qualificate ed esperte nel settore dell’informatica, purtroppo utilizzano il loro “sapere” per operare nell’illegalità. Con le capacità informatiche e con i computer dei quali sono dotati sono riusciti ad entrare nel conto corrente delle singole persone, oppure hanno “forzato” banche, aziende o a un Enti pubblici, sparsi in tutto il mondo, accedendo a dati sensibili e non solo, per poi chiedere un riscatto per la loro “non diffusione”. Talvolta è accaduto che hanno, con successo, rapinato delle piattaforme contenenti denaro virtuale (criptovalute) per un controvalore di milioni di dollari. La domanda che ci poniamo è: possibile che non ci sia un modo per fermarli o per individuarli? In alcuni casi i nostri “poliziotti” sono riusciti a bloccare questi cyber-delinquenti ed sequestrare anche patrimoni. Lo stimolo ad individuare una soluzione me l’ha data un ingegnere (che si definiva fabbro) produttore di casseforti di tutte le dimensioni. L’argomento mi pareva interessante ed alla fine della conversazione mi ha detto: “lo sa a chi faccio fare il collaudo dei nostri prodotti? Risposta: probabilmente a delle persone competenti in materia. “Esatto li faccio collaudare da dei veri professionisti dello scasso, cioè dai delinquenti che operano nel settore, pagandoli con fattura”. Logico e molto interessante.
Qualche volta ho pensato che per schermare e proteggere i dati sarebbe meglio “assumere” uno o più hackers che conoscano bene anche la BLOCKCHAIN, ideata da un misterioso Satoshi Nakamoto la blockchain (letteralmente "catena di blocchi") è una struttura dati condivisa e "immutabile". È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in "blocchi", concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall'uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile nel concetto di "quanto". Il suo contenuto una volta scritto tramite un processo normato, non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l'intero processo. Wikipedia.it In pratica ha la peculiarità di far accedere ai blocchi solo i “conosciuti” e se per caso non lo fossero comunque lascerebbero traccia e, si potrebbe, con un po’ di pazienza risalire a loro. In un “mondo di ladri” (Venditti) ed in momenti di grande difficoltà sarebbe utile e doveroso utilizzare questa procedura di sicurezza affinché tutte le sensibilità, soprattutto della Pubblica Amministrazione (leggi tutti gli Enti, le FFAA, le Forze dell’Ordine, la Magistratura ecc., mentre le banche e le compagnie di assicurazione stanno investendo cifre importanti nel campo della sicurezza dei dati) perché necessita di una tutela particolare ed è il nostro gestore dei dati sensibili che riguardano tutte le persone che sono “identificate” in qualche archivio. A mio avviso costa poco e protegge molto. Si può fare?