Beppe Severgni e Paolo Attivissimo i professionisti dell'anti-bufala
Severgnini ed Attivissimo vogliono controllare la Rete
L’elezione di Donald Trump non è stata affatto digerita dei “democratici” mondiali nel senso che la ritengono comunque una elezione illegittima perché Trump non è un personaggio “politically correct” e cioè non si presta a quel balletto di ipocrisia che da decenni sta dominando la scena sociale (e non solo politica) mondiale provocando danni a non finire.
Che ci sia questa strana interpretazione di “democrazia a corrente alternata” è evidente da come le femministe mondiali, in testa Erica Jong oppure attrici come Meryl Streep hanno accolto l’elezione del tycoon newyorchese: un misto di disprezzo e rabbia acida che la dicono lunga sul carico di violenza e odio che ancora certi movimento estremisti hanno in loro.
In Italia Beppe Severgnini, giornalista, è quello che pare più colpito dagli ultimi eventi. Tempo fa, dalle pagine del Corriere della Sera, Severgnini aveva sperato che i due eventi chiave della Brexit e l’elezione di Trump fallissero; questo perché a parte lo schieramento politico di Severgnini, lo stesso ha casa a Londra e riteneva che gli anglosassoni avessero comunque una netta superiorità culturale nei confronti degli altri, italiani, in primis.
Si può dunque immaginare come Severgnini abbia accolto i due per lui tragici eventi nell’adorata Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ai suoi occhi templi della “vera democrazia” non le zozzerie nostrane.
Oggi Severgnini ci riprova lancia una nuova geremiade dallo stesso giornale dicendo che Trump ha vinto grazie alle famose “bufale” (un termine di moda al pari di “post verità”) che lui albionicamente si ostina a chiamare “fake news”.
Premesso che le bufale esistono veramente sul web e una volta riconosciute vanno combattute occorre anche dire che non può essere uno Stato a “proteggere” i poveri cittadini inermi che a questo punto sono considerati come dei minus habens privi di capacità di discernimento del bene o del male.
Il rischio infatti è quello di un controllo statale alla Orwell di “1984” e in tal senso desta preoccupazione e meraviglia che la Presidentessa della Camera Laura Boldrini abbia arruolato uno “dei professionisti dell’antibufala” -come direbbe Sciascia- e cioè quel Paolo Attivissimo che odia i giornalisti e beffardamente sberleffa lo Stato italiano dicendo che ha tasse altissime e per questo lui risiede all’estero (in Svizzera).
Ce ne siamo occupati tempo fa qui: http://www.affaritaliani.it/cronache/paolo-attivissimo-ministro-della-verita-il-legame-con-pitruzzella-456887.html
Ma torniamo al nostro.
Nel suo articolo odierno Severgnini indica addirittura tre strade per arginare il fenomeno una peggio dell’altra.
La prima “educare il pubblico” frase assai preoccupante, di stampo illiberale che presume il pubblico cretino e lo Stato saggio; avrebbe potuto dirla Erdogan.
La seconda “cercare di capire se ci sono Stati esteri” e qui siamo in pieno delirio complottista quello stesso che a parole Severgnini vorrebbe combattere.
La terza “togliere la pubblicità”; altra misura illiberale perché chi giudica se il sito è veramente bufalaro oppure no? Severgnini e Attivissimo?
E perché proprio loro?
Lasciamo dunque libertà alla Rete di decidere cosa sia vero o cosa sia falso senza ricorrere a forzature esterne ma punendo, questo sì, gli abusi fatti di minacce e violenza secondo le leggi già esistenti o magari facendone alcune che mirino alla responsabilità abbattendo l’anonimato.