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Canone, Apa chiede al governo che siano restituiti 180 milioni alla Rai

APA CHIEDE AL GOVERNO LA RESTITUZIONE A RAI DI 180 MILIONI DI EURO ANNUI TRATTENUTI DA UN PRELIEVO SUL CANONE

APA, l’Associazione Produttori Audiovisivi ha presentato il 2° Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale: la produzione audiovisiva nazionale ha raggiunto nel corso del 2018 un valore di 1,2 miliardi, registrando un incremento significativo e pari circa al 14% rispetto al 2017. Nel 2019 si stima una crescita che innalzerebbe il valore a circa 1,3 miliardi di euro.

Il documento è stato illustrato oggi a Roma, nell’ambito del MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, dal Presidente di APA, Giancarlo Leone, alla presenza del Capo di Gabinetto del MIBACT Lorenzo Casini, dell’Amministratore Delegato RAI Fabrizio Salini, del Direttore Fiction Mediaset Daniele Cesarano, dell’EVP Programming di SKY Italia Nicola Maccanico e del Vice President Original Series di Netflix Italia, Eleonora Andreatta.

Dal 2° Rapporto sulla Produzione audiovisiva italiana emergono alcuni dati significativi che testimoniano come per l’intero 2019 il settore continua ad essere caratterizzato da un significativo trend positivo.

A questo proposito è possibile individuare alcune importanti tendenze in atto, fra cui:

  • La crescita dell’export e un sempre maggiore incremento dell’interesse del prodotto italiano da parte dei mercati esteri.
  • L’espansione delle attività di M&A, che vedono, da un lato, l’aggregazione fra le imprese nazionali e, dall’altro, l’ingresso dei gruppi esteri che mirano a un presidio esteso e sempre più globale.
  • Gli effetti positivi del tax credit per il prodotto televisivo come leva per lo sviluppo del settore.
  • La crescita significativa della committenza degli operatori VoD, il cui valore è pari a 50 milioni nel 2018 e, secondo le stime, supera i 70 milioni nel 2019.

La produzione audiovisiva evidenzia anche nel 2018 un primato della fiction (film-TV, serie, mini-serie, sit-com, soap-opera, telefilm) destinata alla TV e ai servizi di streaming. Sull’intera produzione, si calcola infatti che dalla fiction derivi un valore di produzione di 443 milioni, mentre dai film derivano 382 milioni. Gli altri generi televisivi (programmi di intrattenimento, talk show, documentari, programmi culturali e di approfondimento etc.) si collocano complessivamente attorno a un valore compreso fra 300 e 340 milioni. In questo segmento il genere di maggior peso è quello dei programmi di intrattenimento, che vede un aumento della produzione indipendente in termini di volume orario di +2 ore rispetto al passato.

Ancora nella stagione 2019-2020, l’offerta di fiction corrisponde a 461 ore di prime visioni, riuscendo a bilanciare, a dispetto di un lieve calo, gli effetti negativi della pandemia.

RAI si conferma leader assoluta nella produzione della fiction italiana, offrendo i tre quarti delle ore stagionali. Questo, nonostante un mercato che vede aumentare il numero dei committenti e la crescita di peso di newcomer come Netflix e Amazon.

Prosegue e si accentua, infatti, la rapida crescita dell’ambiente online video. Si tratta di una tendenza già presente durante il 2019 e che si evidenzia ancora di più nel corso del 2020, anche a seguito della pandemia Covid-19. La televisione rimane il medium centrale del sistema audiovisivo nazionale, ma già da vari anni crescono quasi esclusivamente i ricavi delle offerte Internet VOD-OTT.

«L'attuale crisi dell'industria nazionale per il Covid19 ha visto in prima linea i produttori di audiovisivo e cinema che hanno dato una risposta straordinaria con la ripresa delle produzioni e la riapertura dei set, grazie anche al determinante contributo del Mibact che ha potenziato lo strumento del Tax Credit. In questa fase così delicata sarebbe impossibile comprendere come RAI possa disinvestire nella produzione di film e fiction a causa dei previsti minori introiti pubblicitari. Per questo APA chiede al governo di riconoscere a RAI quella quota di extra gettito da canone e di trattenute fiscali che valgono annualmente circa 180 milioni di euro. Così facendo il servizio pubblico non verrebbe meno ai suoi doveri di volano dell'industria culturale non sottraendo risorse indispensabili per la ripresa della intera filiera dell'audiovisivo ma al contrario destinandole alle produzioni di contenuti di alto livello qualitativo e di grande impatto ed interesse per il pubblico. Le piattaforme multinazionali investono sempre di più e RAI non può restare indietro. APA infine sollecita la nomina di un nuovo responsabile per RAIFiction ad oltre tre mesi dall'uscita di Tinny Andreatta: è una situazione paradossale che rischia di danneggiare tutto il settore». - ha spiegato il Presidente Giancarlo Leone.

Secondo i dati elaborati da APA il sistema imprenditoriale audiovisivo italiano comprende 7.247 imprese attive nel 2017, che diventano 7.527 nel 2018: di queste oltre la metà concentrano la loro attività nella produzione cinematografica, di video e programmi tv, per un totale di 122.905 persone coinvolte nelle attività legate al settore audiovisivo, tra lavoratori autonomi, dipendenti, amministratori, dipendenti Ex Enpals fuori perimetro, imprenditori.

Secondo i primi risultati sugli effetti dell’emergenza Covid sull’occupazione, si stima che il lockdown in termini di registrazione delle imprese abbia prodotto 149 iscrizioni (40 in meno rispetto all’anno precedente) e 261 cessazioni (27 in più rispetto all’anno precedente). In particolare, la produzione audiovisiva ha registrato una riduzione del 46,4% delle iscrizioni durante l’anno in corso.