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Corona pagato per dare uno scoop a Striscia: ennesimo autogol della Rai

Conduttori tagliati frettolosamente, nuovi programmi che non decollano, scelte sballate: che cosa succede in Viale Mazzini?

Tutti gli autogol della Rai

Felix The Cat
 

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Era il mantra di Agatha Christie, lo è diventato anche di Viale Mazzini. La nuova Rai targata Giorgia Meloni ha dovuto incassare tre montanti capaci di mandare al tappeto anche Mike Tyson. Fuor di metafora, come Affaritaliani.it non ha mancato di sottolineare, mancano all’appello della televisione pubblica circa 250mila spettatori nel giorno medio. Un dato allarmante che ha molti padri. Uno di questi la scelta, rivelatasi scellerata, di congedare Fabio Fazio. Il quale – ben lungi dall’essere un martire o un esule, non scherziamo – ha preso armi, bagagli e Littizzetto e si è trasferito su Discovery, dove ha replicato la performance d’esordio dello scorso anno, incollando davanti allo schermo oltre due milioni di persone.

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Secondo indizio: alcuni programmi “meloniani” non decollano proprio. “Il mercante in fiera” condotto da Pino Insegno ha cercato di coinvolgere ospiti, di cambiare format, di incuriosire gli ascoltatori ma niente, non si scolla da un miserrimo 2,59% di share. Né va meglio con Luisella Costamagna, che – pur non essendo di certo nel novero dei conduttori vicini al governo – ha comunque ottenuto un esordio alquanto modesto. 

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Terzo e più eclatante indizio: nemmeno Fabrizio Corona e le sue rivelazioni bomba su calciatori e scommesse riescono a rivitalizzare un programma come “Avanti popolo”, condotto da Nunzia De Girolamo, che continua a mostrare tutte le sue fragilità. Il fotografo pluricondannato maramaldeggia su Instagram millantando di aver portato un programma al 2% di share a fare il 10%. Sarà, ma i dati ufficiali parlano di un 4,3% complessivo. Il che non può che far capire due cose: da una parte che la moglie di Francesco Boccia si è lasciata sfuggire ogni occasione per torchiare a dovere il suo ospite. Dall’altra che il vertice Rai è inadeguato.

Perché lasciar scivolare le informazioni su Francesco Totti? Perché non inchiodare Corona alle sue dichiarazioni ma, purtroppo, mostrarsi a più riprese quasi spaventata dalla portata potenziale delle rivelazioni del fotografo? Corona, che ha ormai imparato a sguazzare in queste situazioni, ha prima chiesto un cachet da 34mila euro per partecipare a tre trasmissioni Rai.

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Cachet che la tv di Stato – prontamente ribattezzata da RaiPlay a RaiPay – ha scelto di corrispondere sperando di rivitalizzare ascolti asfittici. Poi, sempre Corona, ha denunciato censure, dicendo che la stessa televisione gli aveva chiesto di smorzare o addirittura evitare certe esternazioni. Di più: sembra che il fotografo sia in possesso di un audio che inchioda Nicolò Zaniolo. E i tre nomi nuovi emersi nelle ultime ore, Stephan El Shaarawy, Federico Gatti e Nicolò Casale, non sono stati diffusi durante la trasmissione della Di Girolamo. Senza contare che pare sarà proprio Striscia La Notizia, cioè una trasmissione concorrente, a fornire ulteriori dettagli consegnando a Corona il proverbiale tapiro.

Il che significa che la Rai ha corrisposto 34mila euro di denaro pubblico a Corona in cambio di un’esclusiva… a Striscia la Notizia! Qualcosa non quadra, ovviamente. E sembra il tracollo di una dirigenza Rai che sta cercando di capire quale rotta seguire. I diktat su alcuni protagonisti (Fazio su tutti) e la necessità di cambiare pelle si stanno trasformando in un boomerang. Cambiare rotta, ovviamente, si può. Partendo anche da una dimostrazione plastica: ieri sera gli italiani hanno preferito vedere la Nazionale venire brutalizzata dall’Inghilterra su un campo di calcio invece che seguire lo scandalo intorno al caso scommesse. Prova evidente che il pallone rimane l’ultima religione laica rimasta. Un rituale che si consuma sempiterno da un secolo e che non riesce a venire scalfito nemmeno dalle polemiche. Bisogna invertire rapidamente una situazione che rischia di farsi pesantissima. Per non finire, prendendo ancora spunto dalla maestra del giallo, in una “trappola per topi”.