MediaTech

Coronavirus, attivati 16mila domini web: 20% malevoli, le fake news in aumento

In Europa durante questa epidemia da coronavirus si riscontra un'impennata dei consumi dei servizi di comunicazione online.

E nelle settimane dell'emergenza, l'Italia è il Paese che mostra i tassi di crescita più elevati sia per la fruizione di informazione online, sia per l'utilizzo di social network e siti e app di messaggistica. A livello globale, inoltre, nei primi mesi del 2020 si rileva un cospicuo incremento di minacce e attacchi informatici, molti dei quali fondati sullo sfruttamento del veicolo socio-psicologico della pandemia in atto.

Dall'inizio dell'anno, sono stati registrati 16.000 nuovi domini internet legati al COVID-19, di cui circa il 20% con finalità malevole. Lo dice l'Agcom nel secondo numero dell'Osservatorio sulla disinformazione online - Speciale Coronavirus, pubblicato oggi dalla stessa Authority.
 

Aumenta ancora l'incidenza della disinformazione sul tema coronavirus nelle notizie online
 

Rimane elevata l'attenzione delle fonti di disinformazione nei confronti del coronavirus: nel secondo mese dell'emergenza epidemiologica in Italia è al 37% del totale, nella settimana dal 13 al 19 aprile. Un dato significativo, anche se su valori inferiori rispetto a quelli registrati tra il 10 e il 20 marzo, al primo impatto dell'epidemia nel e sul Paese. 

Un trend decrescente - il parere di Agcom nel secondo numero dell'Osservatorio sulla disinformazione online - Speciale Coronavirus - che osserva anche l'offerta dell'informazione, mentre torna ad aumentare l'incidenza della disinformazione sul totale delle notizie online relative al coronavirus (con un valore compreso tra il 5% e il 6%). 

Teorie complottiste e cronaca: la base della disinformazione sul coronavirus
 

L'analisi del contenuto testuale di tutti gli articoli di disinformazione sul coronavirus evidenzia l'emergere di alcune narrazioni prevalenti sull'epidemia: sui rischi, sulle teorie complottiste e sulla cronaca, imperniate su una comunicazione basata sull'utilizzo ricorrente di termini atti a far leva sulle emozioni negative.

Dal lato degli utenti, dopo aver toccato valori molto elevati nelle settimane più critiche dell'emergenza - rileva l'Agcom - si registra una diminuzione delle ricerche effettuate in rete sul coronavirus, così come delle interazioni dei cittadini sui social con i contenuti inerenti all'argomento, e del tempo speso nella visione di video online sul tema.

La realizzazione del secondo numero dell'Osservatorio si è avvalsa della collaborazione di alcuni soggetti aderenti al Tavolo Piattaforme digitali e Big data - Emergenza Covid-19, in particolare Auditel (per l'approfondimento sui video online), Comscore (per il confronto internazionale), Newsguard (per il fact-checking delle principali notizie false diffuse nel mondo), Sensemakers-Shareablee (per l'analisi sui contenuti social) e Sogei (per quanto riguarda gli attacchi informatici legati al coronavirus), nonché delle prime elaborazioni svolte dalla Task Force di data science, attivata da AGCOM sul tema della disinformazione online durante l'emergenza Covid-19.