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Becchi: "Trattativa governo-Ue, notizie manipolate. Si indaghi sul Corriere"

"Cosa aspetta la magistratura a indagare sulla manipolazione delle notizie sulla trattativa tra governo e Ue operata dal Corriere della Sera"?L'accusa di Becchi

"La manipolazione delle notizie sulla trattativa tra governo e Ue operata da Fontana e Fubini sul Corriere della Sera ha fornito un oggettivo sostegno alla speculazione. Cosa aspetta la magistratura ad indagare?". 

La clamorosa accusa di Paolo Becchi arriva dopo la polemica interna tra la direzione e il corrispondente da Bruxelles. Il 31 dicembre è arrivata una mail al Cdr e alla redazione del Corriere della Sera da parte del corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi, con accuse al direttore Luciano Fontana per l’informazione del quotidiano sulla trattativa tra Italia e Ue, sulla manovra di bilancio 2019.

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Alle accuse Fontana ha risposto con una lettera ai giornalisti.

Cari Colleghi,

Una lettera interna finita su un’altra testata mi spinge a scrivervi per chiarire alcuni punti e per evitare che interpretazioni senza fondamento del nostro lavoro danneggino il nostro giornale. Il settimanale Panorama, diventato di proprietà dell’editore della Verità, ha pubblicato nei giorni scorsi un’intervista al Presidente del Consiglio Conte che sui giorni della trattativa con la Ue risponde quanto segue: Quali sono stati i momenti più critici della trattativa? “Il primo sicuramente quando siamo andati a cena a Bruxelles“ .Perché? “Ho chiamato Junker per concordare l’appuntamento e – dietro un tono che formalmente era impeccabile – ho avvertito la certezza che c’era una decisione presa e che consideravano l’Italia fuori”.È evidente quello che è accaduto tra Italia, Commissione e altri Paesi della Ue. La manovra italiana presentata con un deficit al 2,4% è stata respinta categoricamente e in tutte le sedi è stata giudicata passibile di procedura d’infrazione. Il Corriere ha raccontato con rispetto dei fatti sia le minacce di procedura che la trattativa, come dimostrano gli articoli pubblicati in apertura di pagina e dedicati all’iniziativa di dialogo di Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo.È davvero inverosimile che si giudichi il risultato finale (l’accordo tra Italia e Ue) per dire che i passi iniziali verso la procedura d’infrazione non fossero veri (tra l’altro raccontati da tutti i giornali del mondo e respinti all’inizio dal nostro governo che affermava non avrebbe mai cambiato il numerino del 2,4%). Come se in mezzo e nella trattativa non fosse accaduto nulla: come se il governo italiano, con Conte mediatore, non avesse accettato una sensibile revisione del deficit al 2% e non avesse reintrodotto pesanti clausole di salvaguardia per rispettare gli impegni con l’Europa.Pensiamo che sia stato giusto arrivare a un accordo, che fa bene all’Italia e all’Europa. Ma questo non cancella il duro scontro iniziale e tutti i passi indietro che hanno portato all’intesa. Abbiamo raccontato l’intero percorso con oggettività.Forse si voleva invece raccontare il mondo immaginario delle feste sul balcone e dei numerini che non sarebbero cambiati mai. Ma questo al Corriere non è mai accaduto e mai accadrà.

Luciano Fontana

La polemica era partita quando l’inviato Caizzi in una lettera aveva affermato,  che il Corriere avrebbe forzato il 1° novembre la notizia di una procedura d’infrazione della Ue contro l’Italia, “inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data”. Lo scoop di Federico Fubini sarebbe stato, a parere di Caizzi, “una notizia che non c’è”.

Fubini non viene citato nella mail al Cdr, ma Caizzi evidenzia un suo articolo del 7 novembre in cui si nega una possibile soluzione di compromesso sul bilancio del governo Conte, smentendo quanto scritto nei giorni precedenti dallo stesso Caizzi.