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Covid, tecnologia e ricerca scientifica: così è cambiata la geopolitica

di Sara Garino

Il Covid è una rivoluzione copernicana per quanto riguarda la tecnologia sia nei rapporti fra individui che fra nazioni

Un progresso, dunque, ottenuto col regresso dei Diritti Umani, ignorando la libertà e l’integrità delle popolazioni: tanto in termini fisici quanto per l’osservanza della privacy e dei dati personali. Vedasi i lunghi tentacoli informatici dei sistemi di monitoraggio e controllo della pandemia, vere e proprie piovre cibernetiche divoratrici di qualunque informazione, anche – anzi, soprattutto – di quelle avulse dalla parametrizzazione strettamente sanitaria.

Questo a Est. Come si comporta invece l’Europa? Il piano strategico di cui alla “Bussola Digitale 2030”, presentata in data 9 Marzo dalla Commissione Europea, si articola in quattro direttrici principali: mappatura delle competenze, sicurezza delle infrastrutture informatiche, digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e Big Data. Un’agenda, secondo la Vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager, finalizzata a rendere l’Europa “il partner prospero, sicuro e aperto che vogliamo essere nel mondo”: con la raccomandazione che all’apertura, intesa come diffusione su larga scala delle competenze e tecnologie digitali (il goal è quello di raggiungere, entro il 2030, l’80% della popolazione del continente) si accompagni anche una necessaria “chiusura” e protezione delle stesse dalla minaccia esterna. E questo, anche per l’Europa, dovrebbe significare investire massicciamente sulla Difesa.