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Covid, tecnologia e ricerca scientifica: così è cambiata la geopolitica

Il Covid è una rivoluzione copernicana per quanto riguarda la tecnologia sia nei rapporti fra individui che fra nazioni
Va rilevato, inoltre, come già prima dello scoppio della pandemia (pandemia originatasi, è sempre bene ricordarlo, proprio in Cina, tra i silenzi e gli omissis del Partito Comunista al potere) il Celeste Impero risultasse già decisamente involato verso un repentino e cross-settoriale upgrade tecnologico. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale cinese deriva dall’enorme numero di dati processabili, frutto della profilazione e del controllo ossessivo di una popolazione che percentualmente è la più numerosa del pianeta. In questo senso, secondo alcuni recenti rapporti, sono altresì in fase avanzata di studio programmi di riconoscimento facciale in grado di infrangere anche i migliori sistemi e protocolli di sicurezza: con rischi militari, per l’Occidente, certo ipotizzabili ma non quantificabili appieno in termini di potenziali impieghi ostili. Tra l’altro, i dati fisiognomici con cui allenare il cervellone robotico sarebbero stati raccolti prevalentemente nello Xinjiang, la regione dove la minoranza musulmana uigura è sottoposta a torture, lavoro forzato e detenzione in campi di concentramento non meno spaventosi di quelli nazisti.