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Covid, tecnologia e ricerca scientifica: così è cambiata la geopolitica
di Sara Garino

Il Covid è una rivoluzione copernicana per quanto riguarda la tecnologia sia nei rapporti fra individui che fra nazioni
Per parte nostra, l’atteggiamento dell’Italia verso il Dragone è stato, almeno negli ultimi anni, piuttosto accomodante: trasferimenti tecnologici importanti (in primis quelli inerenti il settore spaziale) hanno dato ai Cinesi occasioni per controllare e monitorare il Territorio, con le evidenti azioni di profilazione che ne derivano. Così come in buona parte dell’Europa, è quindi mancata la consapevolezza di quanto Scienza, Tecnologia, Telecomunicazioni e Difesa siano intimamente legate, e di quanto rimanere indietro in termini di intelligenza artificiale e quantum computing possa aprire pericolose brecce nella protezione dei dati e delle comunità. Il piano per il digitale, proposto la scorsa settimana dal Ministro Vittorio Colao, riprende in questo gli obiettivi europei (diffusione della banda ultralarga e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in primis), specificando un programma per la cybersicurezza e una strategia nazionale dedicata alla gestione e analisi dei dati, specie quelli sanitari. In un momento, tra l’altro, in cui in giro per il mondo l’approvvigionamento dei vaccini e la condivisione delle cartelle cliniche sono diventati una sorta di cavallo di Troia usato dal Dragone imperialista per penetrare nuovi territori e conquistare nuovi mercati. Emblematico il caso di Huawei, riammessa alla competizione per il 5G in Brasile, dopo una generosa fornitura di sieri cinesi antiCovid.
Morale? La rivoluzione digitale invaderà sempre più, e sempre più pervasivamente, le nostre società, accelerandone i ritmi, smaterializzandone i rapporti, e aprendoci tanto a opportunità quanto a pericoli prima non noti. L’auspicio è quello di esercitare sempre il raziocinio sugli impieghi e sulle prospettive dual-use permesse dalla tecnologia, tenendo alta la guardia sulle implicazioni strategiche di una leadership in tale campo. A riprova del fatto che, prima del “digito ergo sum”, debba sempre e comunque esserci e rimanere il “cogito ergo sum”.