Dallatana, polemica dopo le parole sul trash in tv
UsigRai: affermazioni incompatibili con la missione del servizio pubblico
Le parole di Ilaria Dallatana sul trash in tv scatenano polemiche. Affermazioni incompatibili con la missione del servizio pubblico, dice il segretario UsigRai, di Trapani. La replica della direttrice di Rai2: stravolto il senso delle mie parole
“A me piace il trash in televisione e non mi vergogno ad ammetterlo. A Rai2 siamo riusciti a portare un po’ di trash”. A dirlo, nel corso di un incontro con gli studenti del corso di giornalismo e cultura editoriale nell’Università di Parma, la direttrice di Rai2 Ilaria Dallatana. “Quelli che guardano i cosiddetti programmi trash sono un segmento del pubblico”, ha ribadito l’ex ad di magnolia, spiegando – secondo quanto riportato dalla ‘Gazzetta di Parma’ – che in tv la cosiddetta cultura alta non funziona.
“Per me la cultura in tv è la cultura di fare tv. Non è la capacità di imporre una cultura non televisiva in televisione, perché se una persona vuole assistere ad una rappresentazione teatrale, deve andare a teatro”.
Dallatana ha quindi aggiunto di essere stata chiamata nella tv pubblica per “riportare i giovani su Rai2 e cercare di rinnovare l’informazione”, obiettivi che, dal suo punto di vista, sembrano essere stati raggiunti con trasmissioni come ‘Il collegio’ e ‘Nemo’, che la direttrice della seconda rete ha definito “il programma di informazione che fa più ascolti, in quanto conduce una partita diversa da quella dei talk show”.
Le sue dichiarazioni non sono però passate inosservate. “Se confermate, sono dichiarazioni incompatibili con la #Rai Servizio Pubblico”, ha scritto su Twitter il segretario Usigrai Vittorio di Trapani. “È questa la missione affidata a @RaiDue da Dg e CdA?”.
Nel pomeriggio è intervenuto sul tema anche Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai. “Sono rimasto allibito dalle parole del direttore di Rai2 Dallatana. Non che avessi bisogno dell’articolo uscito oggi per capire la direzione di marcia dell’Azienda, perché basta accendere la tv per vedere come campeggia e spadroneggia il trash in Rai”. “La cosa drammatica che trapela dall’articolo”, ha commentato il deputato Pd secondo quanto riporta l’AdnKronos, “è che non si tratta di uno scivolamento inavvertito verso quello che è il territorio di alcune piccole tv commerciali ma di un progetto voluto”.
“Questa cosa è tanto più grave, non solo perché la Rai è la prima azienda del Paese, ma perché è l’unica per cui gli italiani in toto si tassano allo scopo di avere un servizio pubblico che, come da contratto di servizio, permetta di approfondire tematiche essenziali per il Paese e che, non avendo un grosso appeal per lo share, non si possono sostenere con la pubblicità”.
“Mi dispiace che si prenda spunto da un titolo scorretto di giornale per attaccare il mio lavoro in Rai”, la controreplica della direttrice di Rai2 Ilaria Dallatana all’intervento dell’Usigrai. “Mettere in discussione il rispetto e l’attenzione che Rai2 ha invece da sempre avuto nei confronti del pubblico trovo sia profondamente ingiusto, come dimostrano infatti tutti i nuovi programmi prodotti dalla rete. Solo per citare qualche titolo: Stasera CasaMika, Virginia Raffaele – Facciamo che io ero, Nemo – Nessuno escluso, Italia di Santoro, il Collegio, Mai più bullismo. Tutti esempi di capacità di racconto, di cura e di qualità”.
“Quanto al cosiddetto trash che mi sarei ‘vantata’ di aver portato in televisione”, ha aggiunto, “dalla lettura completa dell’articolo ben si comprende come la frase utilizzata per il titolo sia stata estrapolata da un contesto molto più ampio in cui spiegavo ad alcuni studenti la necessità di utilizzare linguaggi diversi per raggiungere pubblici diversi”. “Un obiettivo che”, ha concluso, “è preciso compito del Servizio Pubblico se davvero vuol dirsi universale”.