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De Benedetti, il Guardian non conviene. In 7 anni ha perso 444 mln

Il modello a cui si ispirerebbe De Benedetti per le prossime stagioni di Repubblica è l'inglese The Guardian, che però ha perdite operative da 20 anni

Modello The Guardian per De Benedetti? I numeri non convincono

Prima investire pesantemente nel digitale. E poi, in un secondo tempo, "portare le mie azioni, convincendo gli altri azionisti a fare altrettanto, in una Fondazione. Una Fondazione cui parteciperanno rappresentanti dei giornalisti, dirigenti del gruppo, personalità della cultura. L'obiettivo è assicurare un futuro di indipendenza a un pezzo di storia italiana". Questi i piani di Carlo De Benedetti per Gedi e La Repubblica, dopo aver comunicato la sua intenzione di voler rilevare il 29,9% del gruppo editoriale.

Il modello a cui si ispirerebbe De Benedetti per le prossime stagioni di Repubblica è l'inglese The Guardian, gestito dallo Scott Trust limited. Ma come spiega ItaliaOggi non è forse il modello più adatto e affidabile a cui rivolgere lo sguardo: The Guardian chiude il suo bilancio con perdite operative da 20 anni consecutivi. 
Considerando solo gli ultimi sette esercizi, come precisa ItaliaOggi, da quello chiuso nell'aprile 2013 a quello chiuso il 31 marzo 2019, il Guardian ha accumulato perdite operative per 383,2 milioni di sterline (444 milioni di euro), con investimenti miliardari che non hanno comunque fatto esplodere i ricavi: erano 210 milioni di sterline (243,2 mln di euro) nel 2014, sono arrivati a 224,5 milioni di sterline (260 milioni di euro) nel 2019.
Il 2019 è stato l'esercizio con la perdita operativa più bassa (solo, si fa per dire, 16,6 milioni di sterline) e le prospettive sembrano buone, con la speranza di un imminente pareggio.

Il Guardian ha chiuso il 2013 con perdite operative di 53,7 milioni di sterline su 196,8 mln di ricavi; nel 2014 ecco 48,3 milioni di sterline di perdite operative su 210,2 mln di ricavi; nel 2015 si arriva a 48,2 mln di ricavi; e il 2016 è l'anno orribile, con 100,4 milioni di perdite operative su 209,5 mln di ricavi (perdite pari alla metà dei ricavi). Ancora, 62,5 milioni di perdite operative nel 2017 e 53,5 milioni nel 2018.

Le radio? il vero gioiellino del gruppo Gedi

Il comparto radiofonico del gruppo (Deejay, Capital ed M2o), come spiega e precisa ItaliaOggi, è in assoluto quello più redditizio tra tutte le attività in cui è impegnata la casa editrice ex Editoriale Espresso. Nel 2018 il polo radiofonico di Gedi ha chiuso con ricavi pari a 62 milioni di euro (+5% sul 2017) e un risultato operativo positivo per 15,8 milioni di euro (un margine del 25,4% sui ricavi).
Nel 2017 l'area radio aveva complessivamente incassato 59 milioni di euro per un risultato operativo pari a 15,5 milioni: un rapporto del 26,2%. E sempre l'area radio, nel 2017, aveva distribuito all'azionista Gedi dividendi per 11,32 milioni di euro, manna dal cielo per un consolidato Gedi 2017 con un risultato ante imposte totale positivo per appena 19 milioni di euro complessivi.

Le tendenze sono confermate, come precisa ItaliaOggi, anche nei primi sei mesi del 2019: il fatturato del comparto radio di Gedi è salito dello 0,4% a 32 milioni di euro, con un risultato operativo positivo pari a sette milioni.