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Dossieraggio e hacker? Prigione, 100 milioni di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici per mandanti e beneficiari
Prepariamoci a “combattere” con l'Intelligenza Artificiale che molto probabilmente sostituirà gli hacker quando diventeranno obsoleti
Dossieraggio e hacker? Prigione, 100 milioni di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici per mandanti e beneficiari
Tratto dal film Wall Street. Gordon Gekko al giovane “apprendista”: “la comodità più grossa che conosca è l'informazione”. Alzi la mano a chi non piacerebbe conoscere i numeri estratti del Superenalotto in anticipo, il crollo, il rialzo dei titoli in borsa o il proprio futuro? Oggi come ieri il mondo è pieno di spie, l'intelligence lavora a pieno ritmo per il proprio Stato, trovi spie nel mondo economico-finanziario-industriale, nel privato, ecc., a volte anche per motivi abietti, ma sempre e comunque troviamo persone a caccia di news per poi rivenderle a suon di denaro. Leggiamo nelle prime pagine di questi giorni, in modo dirompente, il “prelievo” di dati sensibili da archivi di Stato e non solo, lo scopo? Soldi e potere.
Il problema degli “accessi abusivi” nei sistemi dove vengono raccolte le informazioni di ciascuno di noi di solito non richiedono sforzi particolari per due ragioni: la prima perché chi ha accesso può far parte del personale dipendente; la seconda è che non ci sono abbastanza controlli e controllori per impedirne l'accesso. Le scoperte di queste intrusioni avvengono generalmente con notevole ritardo, vuoi perché chi accede è “bravo”, vuoi perché ci sono delle coperture che facilitano gli accessi non desiderati. Non sono un informatico, però vorrei dire la mia in merito.
Tempo fa ebbi a scrivere che uno dei modi più semplici e geniali è l'utilizzo della blockchaine: IVEDIX da cui possiamo ricavare chi ha avuto accesso ad un determinato file o se ha apportato modifiche e così tutto il blocco viene a sapere chi e quando è stato effettuato l'accesso. Dato che siamo persone, potremmo al limite chiudere un occhio in cambio di favori o denaro e non segnalare quanto abbiamo riscontrato, allora c'è modo di vigilare in modo un po' più sicuro? Direi di sì.
Oggi ci possiamo dotare di uno strumento come l'Intelligenza Artificiale per fare da “guardiano” agli accessi e segnalare il tutto a chi di competenza siano essi interni o “abusivi”. Queste forme di tutela non sono costose, ma richiedono persone altamente specializzate che possono introdurre queste protezioni senza tanta fatica, domanda e chi sono? Senza farvi saltare dal luogo in cui vi trovate possiamo pensare di assumere gli hacker che abbiamo arrestato, e con la supervisione di personale esperto, possiamo “sfruttare” queste loro capacità; se poi siamo generosi pagandole e magari senza intraprendere azioni legali nei loro confronti. Molto semplice potrebbe obiettare qualcuno, concordo, ma solo dalle cose ragionevolmente semplici si possono trarre conclusioni accettabili. Dovremmo prepararci, fin da subito, a “combattere” addirittura con l'Intelligenza Artificiale che molto probabilmente sostituirà gli hacker quando diventeranno obsoleti.
Un'ultima cosa. I mandanti o i beneficiari dei dati “rubati” ai server, siano essi da 1 byte o da terabyte, oltre alla prigione, dovrebbero essere multati con un minimo di 100 milioni di euro e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, perché se lo fanno è per danaro, ma almeno non potranno goderlo se non fuori dai nostri confini, perché abbiamo un altro guardiano che li terrà sulle spine: EQUITALIA …
Chiudo con una massima di Pekka Himanen (filosofo e informatico finlandese, classe 1973): “per gli hacker la parola passione descrive il tono generale della loro attività, anche se il suo soddisfacimento potrebbe non essere un gioco divertente in tutti i suoi aspetti”.