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Fase 2 tracciamento contagi: Apple-Google pubblicano software, 10 giorni per app

Tracciamento dei contagi con lo smartphone: Apple e Google hanno pubblicato il software

Fase 2 tracciamento contagi: Apple-Google pubblicano software, 10 giorni per app

Per Apple e Google e' tutto pronto. Le due societa' hanno pubblicato il software che consentira' agli smartphone di comunicare via bluetooth per il tracciamento dei contagi da coronavirus. L'aggiornamento sara' disponibile per i dispositivi gia' nelle prossime ore. Ora tocca ai governi, 22 stati nazionali che hanno chiesto alle societa' di lavorare insieme per superare le difficolta' tecniche e consentire a smartphone con sistemi operativi diversi di scambiarsi codici identificativi, anonimi e crittografati senza gravare troppo sull'autonomia delle batterie. Tra questi c'e' anche l'Italia, che ha scelto il modello di tracciamento di Google e Apple per Immuni e dove il 99% degli smartphone hanno sistemi operativi iOS o Android. Le due societa', in una conference call, hanno precisato che a questo punto i governi nazionali dovrebbero essere in grado di sviluppare le loro applicazioni in una decina di giorni. Entro fine mese e' previsto anche il lancio di Immuni. 

Apple e Google ritengono che questo sistema possa essere di grande aiuto al contact tracing tradizionale, che richiede molte risorse e rischia spesso di essere incompleto. Se nel mondo 'analogico' un positivo al virus deve rispondere a un questionario per ripercorrere i possibili contatti avuti nei giorni precedenti, col rischio di ricordi sbiaditi o omissioni volontarie, con il prodotto contenuto nelle applicazioni di interfaccia (API) rilasciate oggi sara' possibile ricostruire con certezza il numero di contatti avuti nei 14 giorni precedenti. Tutti i contatti: quelli avuti con persone che non conosciamo, o con cui abbiamo scambiato qualche chiacchiera, quelle incontrate nei mezzi pubblici o in un bar. Questo software fornira' la mappa delle esposizioni, ma evitera' di raccogliere dati che non saranno necessari, come identita' delle persone incontrate e localizzazione dei contatti. I due giganti californiani non parlano piu' di contact tracing, ma di exposure notification (notifica di esposizione).

Le caratteristiche del software sono quelle gia' pubblicate nei giorni scorsi: nessuna geolocalizzazione, nessuna identificazione, solo codici anonimi e crittografati trattenuti nel cellulare di chi scarichera' le app e non in un server centralizzato. L'accordo per questa soluzione finira' appena l'emergenza sanitaria sara' superata. A quel punto non ci sara' piu' possibilita' di far funzionare le applicazioni, compresa Immuni, come strumento di tracciamento dei contagi. Le caratteristiche del software sono quelle gia' pubblicate nei giorni scorsi: nessuna geolocalizzazione, nessuna identificazione, solo codici anonimi e crittografati trattenuti nel cellulare di chi scarichera' le app e non in un server centralizzato. L'accordo per questa soluzione finira' appena l'emergenza sanitaria sara' superata. A quel punto non ci sara' piu' possibilita' di far funzionare le applicazioni, compresa Immuni, come strumento di tracciamento dei contagi. 0 mag. - Nel documento che accompagna la pubblicazione delle API ci sono anche delle indicazioni per i governi: le app devono essere fatte solo dai sistemi sanitari nazionali; devono chiedere agli utenti il consenso per essere usate; devono chiedere il consenso agli utenti prima di condividere il risultato del proprio test al Covid-19, devono; devono raccogliere solo i dati indispensabili e questi non possono essere usati a scopo di lucro; non devono chiedere mai di accedere alla geolocalizzazione. Patti chiari quindi. Ora la palla e' nel campo degli stati nazionali.