MediaTech

Ferragni, bilanci in ritardo: il nodo del 40% di Fenice. Ma quanto valga il marchio dopo il Balocco-gate è un mistero

di Redazione Mediatech

Il buio sui conti e il giallo del piano industriale. L'influencer non può cedere le sue quote, sarebbe un suicidio economico. Ma il tempo passa e...

Ferragni, non c'è ancora traccia dei consuntivi 2023 delle sue società. Il giallo dei bilanci in grave ritardo

Chiara Ferragni continua a fare i conti con le conseguenze del Balocco-gate. L'influencer, dopo la vicenda giudiziaria che l'ha travolta, sembra non riuscire più a rialzarsi. I segnali, oltre che dalla perdita dei follower, arrivano dalle sue società. Mentre si starebbe definendo una manovra societaria che ridisegni assetto e governance del gruppo, siamo a metà ottobre 2024 e - riporta Il Corriere della Sera - non c’è ancora traccia dei consuntivi 2023 di due fondamentali società. Una è Fenice, licenziataria dei marchi e partecipata da due soci oltre a Ferragni (32,5%): Alchimia di Paolo Barletta (40%) che vorrebbe uscire al più presto e Pasquale Morgese (27,5%).

Leggi anche: Ascolti tv, Affari tuoi domina: per gli altri solo le briciole. Amadeus battuto anche da Casa a prima vista

L’altra, di riflesso, - prosegue Il Corriere - è la holding dell’imprenditrice, Sisterhood in cima al piccolo impero, valutato 100 milioni prima della batosta Balocco. Chiara Ferragni non solo è azionista ma è il business, è la ragione del fatturato (14 milioni nel 2022) che per il 90% è basato su e-commerce e royalties sui marchi. Quindi non può uscire perché sarebbe un suicidio economico, può semmai comprare o trovare partner e puntare tutto sul piano di rilancio. In questo quadro si inseriscono le indiscrezioni secondo cui Barletta e Ferragni, amici e soci da anni, starebbero trattando la compravendita del 40%. Barletta avrebbe messo sul tavolo un’offerta dando a Ferragni un paio di settimane per decidere. Si va verso un cambio della guardia alla guida del gruppo Ferragni.