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I delitti emozionano gli italiani. Altro che talk, in tv si punta sul crime

di Eleonora Perego

Il pubblico, grazie ai programmi di cronaca nera, ha ormai come l’impressione di essere stato davvero davanti alla casa degli orrori...

Altro che talk show politici, in tv si buttano tutti sul crime. Delitti e scomparse emozionano gli italiani

“Bucare lo schermo”, un’espressione che fa letteralmente impazzire gli addetti al mestiere, nel caso specifico gli autori, i conduttori televisivi; raggiungere le case, anzi il cuore, dei telespettatori, infatti, è diventato sempre più complicato, complice la concorrenza spietata di programmi e reti. Eppure c’è una tv, tanto discussa quanto seguita, che anno dopo anno consolida il suo spazio nei palinsesti italiani, dalla Rai a Mediaset passando per La7. È la tv del crime, del mistero, dei gialli irrisolti, della cronaca nera.

Delitti, scomparse, omicidi continuano ad appassionare il pubblico di tutte le età, laddove stanno inesorabilmente fallendo i talk show che si occupano di politica, e a volte anche i quiz a premi. E la ragione è fondamentalmente una, l’aderenza alla realtà: non c’è niente di più reale, concreto, intriso di emozione che parlare di indizi, tracce o prove legati a grandi casi di cronaca nera; è lei ad entrare nelle case dei telespettatori senza alcuno sforzo, complici presentatori-detective, indagati-star, criminologi, psicologi e psichiatri, ma anche magistrati e avvocati.

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I programmi televisivi crime si impongono a qualsiasi ora della giornata, e conquistano gli ascolti, segnando così la crisi dei salotti politici. Non solo la fascia serale, con “Quarto grado” di Gianluigi Nuzzi o “Chi l’ha visto?” di Federica Sciarelli a trainare il filone, ma anche i palinsesti pomeridiani dedicano sempre più spazio ai grandi gialli del momento, da “Pomeriggio Cinque” con Myrta Merlino a “Ore 14” con Milo Infante a “La vita in diretta” di Alberto Matano.

Una scelta che sta portando i frutti, con gli ascolti che crescono e le porte che si aprono. Un esempio su tutti? “Ore 14”, programma di punta di Rai 2 che con inchieste, collegamenti in diretta e la partecipazione di ospiti di spessore sfiora spesso l’8% di share. E che, stando a fonti riservatissime, potrebbe presto sbarcare in prima serata.

Non solo: se si pensa che un tempo il contenitore mediatico del mattino, pregno di rassegne stampa e collegamenti in diretta con il politico di turno, era incentrato sull’ultimo proclama di partito o sull’agenda ministeriale, oggi trova sempre più spazio la nuova frontiera della tv del dolore: non il “dramma”, si intende, ma l’indagine, il racconto, la storia vera condita di discussioni, dibattiti. Sono questi, e non le polemiche politiche, a tenere banco facendo forza sull’aderenza alla realtà, che a volte sconfina nel reality; il resto è solo aria fritta.

Il pubblico, grazie ai programmi di cronaca nera, ha ormai come l’impressione di essere stato davvero davanti alla casa degli orrori, di aver visto davvero il braccialetto di Liliana Resinovich sul luogo del delitto, o il cadavere della povera Giulia Cecchettin abbandonato in un dirupo. Su questo si cavalcano gli ascolti, e Mediaset lo sa bene, come testimonia il nuovo programma “Mattino 4”, in onda da ieri e condotto da Federica Panicucci e Roberto Poletti.

Un format simile a Mattino 5? Sicuramente, per certi versi. Ma molto distante per altri, con richiami all’interazione con il pubblico (“Quarto Grado” docet) e, soprattutto con tanta, tanta cronaca nera. E il “test”, se così si può chiamare, di Mediaset ha fatto il botto, come dimostrano i numeri della prima puntata, che con 336 mila spettatori (5.77%) ha messo in ginocchio “L’aria che tira” su La7 condotto da David Parenzo, e che ha interessato 341.000 spettatori (5.62%) nella prima parte e 500.000 spettatori (4.59%) nella seconda parte chiamata Oggi. Un caso o, piuttosto, il segnale di un trend che sta cambiando?