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Il Messaggero, giallo su De Paolini: la Cina dietro le sue dimissioni. Retroscena

di Sandro Mantovani

Le dimissioni del vicedirettore vicario De Paolini hanno scosso le redazioni giornalistiche italiane. Cosa c'è dietro il suo addio al Messaggero? I retroscena

La Cina dietro le dimissioni di Osvaldo De Paolini dal Messaggero. I retroscena

È giallo sull’addio di De Paolini al Messaggero. Ieri sera, martedì 6 giugno, come un fulmine a ciel sereno, è giunta la notizia delle dimissioni del vicedirettore vicario. Un colpo di scena che ha seriamente mosso gli equilibri delle redazioni giornalistiche italiane.

La domanda sorge spontanea: perché un calibro da 90 come lui, visto come l’uomo delle relazioni importanti e tra i più vicini all’editore, dovrebbe dimettersi così, di punto in bianco?

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C’è chi dice c’entri l’età. Secondo fonti autorevoli, infatti, il ritiro di Osvaldo De Paolini era un processo già avviato da tempo e di cui già si parlava tra i corridoi di via del Tritone. Ma, anche internamente, le indiscrezioni sono discordanti tra loro.

Infatti, fonti accreditate parlano di una grande sorpresa da parte dell’azienda davanti all’addio del vicedirettore, smontando così le voci sopracitate. Ma c’è un’altra voce che sta prendendo piede. Secondo quanto scrive Primaonline, dietro le dimissioni di Osvaldo De Paolini dal Messaggero ci sarebbe la Cina.