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Libero, insulti dalle femministe: proteste sotto la redazione
Il direttore Sechi: "Solidarietà da tutti i partiti di Destra e da Renzi, poi il gelo"
Libero, la protesta di "Non una di meno" crea il caso politico. Sechi: "I compagni non hanno detto una parola"
Minacce e insulti sotto alla redazione di Libero: il corteo anti-patriarcato delle femministe di "Non una di meno" si trasforma in un agguato. Dai partiti di centrodestra e da Matteo Renzi parole di solidarietà mentre dalla Sinistra - fa notare il direttore del quotidiano Mario Sechi - neanche una parola. Sechi ricorda come la sua redazione abbia difeso tante volte il "free speach", insomma nessuno ha timore del dibattito, anche aspro. Evidentemente tutto ciò non piace alla sinistra: i compagni dovrebbero avvisare i loro fan nei cortei che marciare contro i giornalisti non è espressione di un pensiero democratico sano e robusto.
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Quando un corteo di manifestanti - prosegue Sechi su Libero - punta sulla redazione scaraventando parole come fascismo, omofobia e omicidio di Stato, evocando perfino i "titolisti" di Libero, allora qualcosa non va, vuol dire che siamo all'inizio di un percorso inclinato in cui la parola diventa improvvisa presenza fisica, una minaccia visibile, la materializzazione della massa pronta a diventare muta di caccia. Noi - conclude Sechi - non siamo e non saremo mai la preda di nessuno.