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Lottizzazioni Rai, i vuoti di memoria di Romano Prodi, tu quoque
Il professore Romano Prodi dice di aver convissuto benissimo con i diversi presidenti della Rai, dimenticandosi il caso Petroni, rimosso dal Cda e sostituito
Rai, uno smemorato su Viale Mazzini: non era mai avvenuta una interferenza così diretta e brutale nella sua governance
Il 31 maggio Romano Prodi rilascia un’intervista alla Stampa e alla domanda “Nella telenovela Rai, siamo dentro alla solita storia? La lottizzazione è nel Dna aziendale?” risponde in maniera impeccabile, in corretto politichese. “Ho convissuto benissimo con diversi presidenti della Rai, ognuno con le sue caratteristiche e i suoi caratteri perché ho sempre pensato che i presidenti Rai debbano godere della loro autonomia. Ora siamo di fronte ad un cambiamento radicale. Si tratta prima di tutto dell’azzeramento totale e dell’innesto solo di persone di stretta fiducia”.
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Noi, però, aggiungiamo: ”Peccato, professore, per una sua grave dimenticanza”. Il suo Governo, nel 2007, inaspettatamente rimosse dal Consiglio di Amministrazione il Professor Angelo Maria Petroni, oggi Presidente del Comitato Scientifico di Società Libera, sostituendolo con un suo uomo di comprova fiducia. Nella storia Rai non era mai avvenuta una interferenza così diretta e brutale nella sua governance. La Giustizia amministrativa stabilì che l’azione del Governo era del tutto illegittima, perché finalizzata esclusivamente al controllo politico della Rai, e reintegrò nel Consiglio di Amministrazione il Professor Petroni.
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Nel 2009, la Corte Costituzionale stabilì che l’azione del Governo era contraria alle prerogative ed alle funzioni assegnate dalla legge al Parlamento nella governance della Rai, ed annullò ab imis tutti gli atti del Governo.
Oggi ci chiediamo come può un politico di statura europea incorrere in una così pesante sbadataggine? Smemorato? Ingenuo? Indiscutibilmente persuaso della superiorità etica della sua sinistra? No! Così non è. Se così fosse, da parte nostra avrebbe ancora, seppur graduato, del rispetto. Il Professore ha solo dimostrato di essere un combattente, pessimo per il suo campo, di quello schieramento soccombente elettoralmente che, lancia in resta, cerca riscatti al grido di Die Geschichte ist bei uns.
No Professore, ci creda, la battaglia sull’indipendenza della Rai non è credibile, forse fra cinque anni la destra potrebbe essere al suo posto e Lei a cantar per la ritrovata democrazia dell’informazione. In tutti i casi, ormai, sono in tanti ad essere lontani da questi scontri da lavanderia. Nel frattempo si adoperi nel supportare suo fratello Franco, fisico dell’atmosfera, a cui va il nostro rispetto per la sua battaglia per la Verità Scientifica.
*direttore Società Libera