MediaTech

Pubblicità, +3% digitale nel 2022 nonostante crisi energetica e socioeconomica

Dato che nasconde un depotenziamento rispetto all'impennata del 2021

Passando ai formati scelti dalle aziende all’interno del media mix nel digital advertising nel 2022, la quota maggiore premia ancora una volta il video con un 34% dell’investimento complessivo (+5% è la variazione rispetto al 2021).

Segue l’altro Display con una quota del 30% (stabile rispetto al 2021), la Search (28%, +4%), il Classified ed eCommerce (7%, +2%) e l’email (marginale in quota, +1%). Si sottolinea in particolare l’andamento dell’audio che registra un lusinghiero +21% rispetto all’anno 2021 grazie alle piattaforme on demand audio streaming.

Un fenomeno interessante da evidenziare secondo l’indagine del Polimi è poi quello della digitalizzazione dei mezzi classici o la loro ibridazione. E’ il caso del digital OOH, che cresce (+62% rispetto al 2021) grazie anche ad un numero sempre maggiore di installazioni nei centri urbani.

L’out-of-home advertising (OOH) comprende tutte quelle forme di pubblicità indirizzate a un consumatore che si trovi fuori casa, indipendentemente dal fatto che stia aspettando i mezzi pubblici o facendo una passeggiata a piedi e che si trovi in un luogo deputato allo shopping o in luogo di cultura e interesse storico.

L’altro caso riguarda la TV 2.0, appunto un’ulteriore ibridizzazione di un mezzo tradizionale, che ha visto investimenti pubblicitari più che triplicati negli ultimi tre anni (dai 108 milioni di euro del 2020 ai 365 milioni di euro del 2022).

“La sfida in prospettiva di crescita sarà quella di capire come considerare e approcciare, lato investitori, la TV 2.0 proprio per via della sua natura non ancora classificata” sottolinea la direttrice. “Si può quindi dire che i player dei media classici stanno cercando di sfruttare anche a loro vantaggio i benefici del digitale, per rispondere meglio alle esigenze degli investitori e dell’audience”.