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Rai, l'azienda da 50 direzioni (più una)

La Rai doveva ridurre i centri di costo. Il direttore generale Gubitosi, ormai in uscita, aveva fatto intravedere la volontà di riportare le testate sotto meno ombrelli, diminuendo le direzioni. Il progetto non era piaciuto ai sindacati, che adesso denunciano l'inversione di marcia dell'azienda.
“Oggi, al termine del mandato del Direttore Generale Rai, è stata presentata alle organizzazioni sindacali la riorganizzazione del Centro di Produzione di Roma, composto da circa 2100 dipendenti, con la costituzione di una ennesima “Direzione”, aggiungendo pertanto la neonata direzione News alle 50 già esistenti ed incrementando così i centri di costo. Una innovazione che non segue affatto il progetto di riforma delle direzioni e che sposta 480 lavoratori sotto la responsabilità di un nuovo Direttore". Così annuncia una nota congiunta di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind Confsal.
“Eppure -continua la nota - fu lo stesso DG a riconoscere che tra i problemi strutturali della Rai vi era proprio l’eccessivo numero di Direzioni e centri di costo, che generava disservizi e aumento delle spese.”
“I Sindacati responsabilmente hanno chiesto, invece, di avviare la discussione del complesso tema della riforma delle testate nella sua interezza, pronti a confrontarsi con un vertice aziendale nel pieno del proprio mandato, rinviando pertanto questa riorganizzazione parziale ed incomprensibile – prosegue la nota. Purtroppo, la Direzione del personale ha espresso una indisponibilità in tal senso.”
“Ci chiediamo perché – si legge - il Direttore Generale, dovrebbe avallare un’operazione che segna un peggioramento dei conti ed un irrigidimento dell’organizzazione del lavoro? – concludono le organizzazioni sindacali. Questo, a nostro parere, non fa altro che creare nuovi ruoli apicali e aumento dei costi industriali. Condizioni inaccettabili, da denunciare e contrastare con determinazione".