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Rai, il piano immobiliare non convince: i consiglieri chiedono il rinvio

L'accelerazione dell'ad Fuortes sul riassetto immobiliare della televisione pubblica agita i consiglieri

Il patrimonio immobiliare Rai

Per quanto riguarda il grande patrimonio immobiliare della Rai, si parla di una consistenza complessiva di circa 663mila metri quadri, di cui circa l’85% di proprietà, distribuito su tutto il territorio nazionale e suddiviso in tre principali sottosistemi. Il primo è quello della Direzione generale (DG) – Uffici direzionali e servizi nelle aree di Roma e Torino; poi ci sono i Centri di Produzione a Roma, Milano, Torno e Napoli; infine le Sedi regionali con 17 principali sedi distribuite nei capoluoghi di regione ed altre sedi distaccate che presentano una commistione e tra aree direzionali, produttive e di servizio.

Viste le dimensioni e l’invecchiamento strutturale, l’immobiliare è un tema che si trascina da varie direzioni generali, da quella di Gubitosi, arrivando a Salini, ed ora è un nodo fondamentale del progetto di Fuortes per modernizzare la Rai.

Come si articolerà il piano?

Come riporta Primaonline, l’ analisi del patrimonio e delle sue potenzialità è stata elaborata dal direttore Infrastrutture immobiliari e Sedi Locali Roberto Cecatto. Un lavoro prezioso per permettere una razionalizzazione degli spazi e delle location, per massimizzare le sinergie produttive e l’efficienza, oltre all’importanza di rendere gli ambienti più sostenibili, più salubri e tecnologicamente avanzati, migliorando le condizioni di lavoro.

Altro tema, rilevante, il ritorno economico realizzato attraverso eventuali cessioni degli spazi superflui, denari che a Viale Mazzini servirebbero molto. Secondo indiscrezioni, il piano immobiliare di Fuortes ricalcherebbe quello dell’ex ad Rai, Fabrizio Salini, che prevedeva anche l’acquisizione dell’area del Portello per rafforzare il polo Rai a Milano. Un progetto, al centro dell’attenzione della Lega, su cui si erano scatenate inevitabili polemiche.