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Sanremo, confessioni di un discografico pentito: "50 mila euro per cantare"
E dopo il flop dell’Ariston rinasce la canzone di protesta
Tace finalmente il teatro Ariston, dormono i Maneskin. E nel suo ufficio nella bassa bergamasca, dopo il prestigiosa selezione di “ LIVE Coast to Coast, a Parigi (la rassegna che celebra gli artisti emergenti europei) e la finale a Miami (con gli applausi da Eminem, Shakira e Alan Walker) Ezio Paloschi, discografico della etichetta artigianale “out-recording- studio” ha deciso di fare outing su Affaritaliani.it.
Di svelare i retroscena della filiera discografica italiana.
Da anni Paloschi va a caccia di esordienti, confeziona provini ,lancia talenti sconosciuti. Come Reg Kaltani, detto il Guetta della bassa bergamasca, nato al “quartiere 18” di Durazzo, quartiere malfamato al pari di Forcella. Kaltani emigrato a Cividate, ha incontrato Ezio Paloschi, e insieme hanno lanciato il “ trap remix” , ovvero una cover da ballare nelle discoteche europee del celebre tormentone “Fade” di Alan Walker . Miracolo bergamasco: il “trap remix “ ha scalato le classifiche americane.
Ecco poi il dj bergamasco Frezzy I. B. con “Regmode”
Paloschi autore della musica, ha stregare Miami. Paloschi era uno dei cinque finalisti della prestigiosa rassegna internazionale “Live coast to coast,” snobbata dai discografici italiani , ma seguitissima in tutto il mondo, Ora Paloschi gode ( 5 volte scartato a Sanremo, ci dice) e aggiunge , orgoglioso, in procinto di volare da Alan Walker: “il mio trap remix ha avuto negli stores digitali un milione e mezzo di views ( ovvero visualizzazioni, nrd) .. Purtroppo in Italia …”
E ’ l’occasione di una clamorosa denuncia che affida ad Affari.
Nelle officine artigianali che confezionano canzoni di esordienti e producono i “ provini” degli oltre mille concorrenti -ogni anno- a Sanremo Giovani, c’è delusione e fermento . Dopo il flop recente all’Ariston, rinasce persino la canzone di protesta, con un altro discografico, il misterioso Ombra , un producer della bassa lodigiana che si ispira a Bob Dylan e a Woody Guthrie e lancia (qui in anteprima per Affari) il video di “Soldati del rock”, ballata piena di nostalgia che forse interpreterà Shel Shapiro .
E proprio dopo aver sentito il pezzo del collega Ombra, Paloschi ha deciso di parlare.
L’ILLUSIONE DI SANREMO.
Quanto costa andare a Sanremo ?.
“Un tempo era un mestiere per pochi, il cantante. Oggi tutti i giovani vogliono fare gli artisti…Sono migliaia..
Da me approdano gli illusi. Aspiranti cantanti che sperano che qualche produttore li senta, come accade nei film.. ma invece oggi le case discografiche, le major, non promuovono più niente.
Tu ti devi pagare il team di lavoro, devi avere almeno dieci canzoni pronte per gli stores digitali. Devi avere un tuo repertorio, e questo costa. Devi cercati uno studio di registrazione, pagare l’arrangiamento, la sala, i musicisti… devi pagare almeno 500 euro a canzone.
E poi mandi il provino a Sanremo. Migliaia di provini ogni anno
Ci sono dei giurati che non si sa chi siano, né si sa chi li ha scelti, e non si capisce nemmeno se i giurati ascoltano i provini. Poi c’è Area Sanremo che è come una accademia, hai dei costi, se la vuoi seguire ti devi fermare in hotel.. e poi c’è la sorpresa finale .. nemmeno ti scelgono… perchè ti deve presentare sempre una etichetta discografica. E a Sanremo le etichette devono sborsare dei bei soldini.”
Quanto, Paloschi?
“Non è che andiamo là a gratis. Ti dicono: Sanremo è una vetrina internazionale, tu per far vedere il tuo prodotto devi pagare, e allora tu devi sborsare per il palco, devi pagare per l’orchestra, paghi questo, paghi quello, l’etichetta deve sborsare tanti soldini per presentare i suoi cavallini.
Un passaggio costa… i tuoi cinquantamila euro ti servono tutti, le spese dell’ orchestra, del maestro di orchestra, il soggiorno in hotel….
Ovviamente poi c’è una selezione , sia nella parte riservata ai vip che ai giovani.
Devi avere un bel portafoglio a fisarmonica per poter far cantare un tuo artista. Io ho presentato tante volte il tenore pop Matteo Tiraboschi, non so nemmeno se l’hanno mai ascoltato , ogni voltai mi arriva la classica mail che mi dice che c’è da fare il deposito cauzionale , c’è da pagare questo c’è da pagare altro, siam sempre là alla fine, il Tiraboschi finchè non trova uno sponsor coi cosi detti …non arriverà mai sul palco”.