MediaTech
Stanzione attacca l'intelligenza artificiale, ma non si capisce su cosa
Il presidente dell'Autorità per la privacy si lancia in una nuova crociata contro l'intelligenza artificiale. Ora il Garante fa anche da psicologo
Ma quello che appare francamente strano è che ora il garante non si limita all’azione per cui è nata l’Agenzia – e cioè la protezione della privacy - ma si è trasformato addirittura in qualcosa che si occupa di filosofia e financo di morale. E così ieri ha parlato di una non meno identificata “solitudine digitale all’altrui potere”: "Dalla bioetica all'intelligenza artificiale, dai poteri privati delle piattaforme al cyberbullismo; dai discorsi d'odio all'oblio; dagli invisibili digitali della gig economy alla telemedicina: in tutti questi ed altri contesti il Garante fornisce il proprio contributo, a tutela di chi viva la solitudine digitale come soggezione all'altrui potere".
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Ma Stanzione non si accontenta ed entra nel merito trasformandosi anche in psicologo e cita Michel Foucault: "La solitudine è la condizione prima della totale sottomissione e contrastarla è l'obiettivo che il Garante persegue ogni giorno". Dunque abbiamo un Garante che combatte per noi, per i cittadini, contro la “totale sottomissione”, ma non si capisce a che. Un discorso abbastanza oscuro ed inquietante e soprattutto esorbitante il suo ruolo istituzionale.