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Twitter, non funziona la cura Dorsey. Gli utenti non crescono, titolo giù

Luna di miele finita. Il credito di Jack Dorsey, fondatore di Twitter e ceo da novembre, sta per esaurirsi. Il primo trimestre non mostra segni di miglioramento e le azioni hanno dimezzato il proprio valore da quando Dorsey è tornato alla guida operativa della società.
Il fatturato, cresciuto del 48,3% a 710,5 milioni, è stato in linea con le stime degli analisti. Migliora anche il risultato netto, anche se Twitter resta (abbondantemente) in rosso: da 125,4 a 90,2 milioni. Sono stati questi progressi ad aver salvato il titolo da un tonfo ben più fragoroso. A pochi minuti dalla diffusione dei risultati, Twitter ha ceduto il 13% nelle contrattazioni del dopo-borsa. Resta comunque in rosso, cedendo il 3%. A preoccupare gli investitori non è tanto il bilancio quanto la mancanza della “materia prima” di ogni social: gli utenti. Da sei mesi Twitter non guadagna iscritti. Erano 323 milioni, oggi sono 320. Il sito di microblogging è in stallo. La pubblicità comincia a dare i suoi frutti, ma senza utenti l'avvenire resta gramo.
Per questo motivo Dorsey sta puntando tutto sul prodotto. Ha cambiato la propria squadra di manager, tenendo nelle proprie mani lo sviluppo di nuove idee. Ha già varato il superamento dei 140 caratteri nei messaggi privati. E, sulla scia di Facebook, introdurrà presto un algoritmo che supera lo scorrimento cronologico tipico di Twitter. Nessuna rivoluzione, però: gli ultimi tweet saranno i primi a comparire. Fatta eccezione per alcuni che (in base a preferenze e popolarità) costituiranno un blocco visibile in testa alla pagina.