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Vigilanza Rai, la minaccia di dimissioni di massa nel centrodestra e il caso Agnes

Non c'è accordo, situazione in stallo da mesi

di Redazione Mediatech

Vigilanza Rai, mosse e contromosse per sbloccare la situazione. Coinvolto anche l'ad Rossi

Maggioranza e opposizione hanno trovato l'accordo sui giudici della Consulta, una telefonata tra Meloni e Schlein ha sbloccato la situazione e ieri in Parlamento ci sono state le nomine ufficiali. Ma il clima resta teso e, nonostante quell'intesa raggiunta sui giudici, le parti sull'altra delicata questione legata alla Vigilanza Rai sono sempre distanti. Sono passati quasi quattro mesi, da quando si è incagliata la ratifica della nomina di Simona Agnes, proposta da Forza Italia, alla presidenza del Cda di viale Mazzini.

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Al centrodestra per farla passare - riporta La Stampa - mancano due voti e, nonostante innumerevoli sondaggi e contatti, non è riuscito a trovarli tra le opposizioni. Così, per evitare di bruciare la propria candidata, i parlamentari di maggioranza hanno sistematicamente disertato tutte le riunioni della Vigilanza convocate dalla presidente 5 Stelle Barbara Floridia. Attività congelata, per settimane nessuno ha saputo indicare una via d’uscita. Tanto che ieri nel Transatlantico di Montecitorio si ipotizzavano soluzioni estreme: dimissioni in blocco da una parte e dall’altra, con reciproco scambio di accuse.

Pochi giorni fa - prosegue La Stampa - la presidente della Vigilanza ha fatto sapere di aver ricevuto formale richiesta dai componenti di opposizione per convocare una riunione straordinaria, in cui ospitare in audizione l’amministratore delegato della Rai Gianpaolo Rossi. Una mossa utile a smuovere le acque e consentita dall’articolo 11 (comma 4) del regolamento della commissione, bypassando l’ufficio di presidenza e, quindi, la volontà della maggioranza. La situazione non si sblocca.

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