Medicina
Anticorpi monoclonali di seconda generazione: "Un bazooka anti Covid"
L'intervento del microbiologo Rino Rappuoli all'IRC Maugeri di Pavia apre nuove speranze: "Neutralizza ogni tipo di variante"
Pino Rappuoli - Una nuova arma contro il virus: il monoclonale anti varianti in iniezione
L'ICS Maugeri di Pavia ha ospitato Rino Rappuoli, definito dall'amministratore delegato Mario Melazzini "un potenziale premio Nobel in vaccinologia". Rappuoli, microbiologo, nel 2005 ha ricevuto la medaglia d'oro al merito della Sanità Pubblica, mentre il 1 giugno scorso è stato insignito dell'alta onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica, per il suo impegno nel campo delle ricerche sugli anticorpi monoclonali, una delle armi più promettenti contro la lotta al Covid.
Rappuoli ha annunciato una sorta di bazooka anti Covid. "Noi abbiamo sviluppato un anticorpo monoclonale di seconda generazione con diverse peculiarità: da una parte neutralizza ogni tipo di variante, poi invece di essere somministrato in endovena si somministra attraverso iniezione. Inoltre, è il più potente mai sviluppato, quindi può essere usato da tante persone e non da un gruppo di elite".
Attualmente, questo monoclonale "ha fatto la fase clinica 1 con risultati eccezionali", mentre adesso "è in una fase 2-3 che speriamo si concluda presto così da essere a disposizione delle persone".
L'occasione è stata utilizzata anche per fare il punto sullo stato dell'arte dei 17 istituti italiani della Fondazione Maugeri, di cui ben nove riconosciuti dal ministero della Salute come "di ricovero e cura a carattere scientifico". In fin dei conti, come racconta l'ad Maugeri Mario Melazzini si è trattato di "un momento storico", perché dopo un anno e mezzo di chiusura, "abbiamo avuto la possibilità di organizzare in presenza un momento che richiama l'importanza della ricerca".
Tuttavia, come spiega proprio Rappuoli, l'errore più grande che si fa è "considerare la salute un mero capitolo di spesa", quando invece è "una grande opportunità", da considerare alla stessa stregua di "un investimento in borsa", da far fruttare.
A tal proposito, l'immunologo racconta un aneddoto: "Tanti anni fa cercavamo di convincere i ministri della Salute a spingere sui vaccini, ma invano. Dopodiché abbiamo deciso di rivolgere la nostra proposta ai ministri dell'economia, con Pil alla mano. Gli dicevamo 'se vaccini questo è il tuo Pil': solo allora le cose hanno iniziato a cambiare".